Un venerdi di qualche settimana fa mio marito mi ha scritto un messaggio mentre era al lavoro invitandomi a mettermi in tiro perchè la sera saremmo usciti per una serata molto inn.
Cosi, terminata la giornata lavorativa andai a preparami di tutto punto. Quando tornò a casa andò a prepararsi anche lui, ma solo sull'uscio della porta mi disse
"spogliati completamente".
Io eseguii avendo già percepito che avesse qualcosa di intrigante in testa, lui mi fece indossare il collare e porgendomi uno dei miei cappottini, di quelli corti da mezza stagione, mi disse
"rimetti le scarpe e indossa questo, che usciamo".
Cosi, completamente nuda, con il guinzaglio che usciva attraverso il bavero del cappotto scendendo giù per i miei seni fino al mio ventre, in bella mostra e in tacchi a spillo scendemmo in strada per prendere un taxi.
Feci ben attenzione a sedermi in modo da non far trasparire la mia nudità al tassista, sentendomi decisamente in imbarazzo. Giunti ad un palazzo antico scendemmo dalla macchina ed entrammo, prendendo una antica ascensore fino all'ultimo piano.
"Togli il cappotto" mi disse appena fuori dall'ascensore, sul pianerottolo. Lo guardai con gli occhi sbarrati come a dire "scherzi?", ma lui mi fece segno di porgergli il cappotto ed io, seppur infinitamente in imbarazzo, eseguii.
Nuda, in tacchi a spillo e al guinzaglio, bussammo alla porta. Entrati in un elegante appartamento capii, o meglio, ebbi conferma, che ci trovavamo ad un evento ad invito a tema bdsm.
Era facile definire il ruolo dei presenti, in quanto schiave e schiavi erano praticamente seminudi, mentre master e mistress in abiti eleganti. Guardandomi intorno, notai che ero tra le poche, completamente nuda, molte indossavano almeno uno slip o un perizoma, ma a me non fu concesso, a quanto pare a mio parito venne il desiderio di esibirmi in tutta la mia bellezza.
L'ambiente era molto silenzioso, la serata era iniziata da poco, non eravamo i soli in attesa di riporre i soprabiti. Entrati in vasto salone, Mauro si sedette su una poltrona, con me in piedi al suo fianco, fermamente al guinzaglio. Notai che non eravamo i soli ad aver preso posto in questo modo. Dopo un po' una signora tra i 40 e i 50 direi, snella ed elegante ci accolse
"benvenuti nella mia dimora, padroni e padrone, per me è un piacere ospitarvi in questa serata..." e con un breve discorso di benvenuto diede il via alle danze.
Chiamò a se un uomo, il suo sottomesso e legandolo ad una croce, appositamente posta al centro della sala, iniziò a frustarlo con grandissimo vigore tale da far urlare di dolore il povero schiavo. Si susseguirono varie esibizioni, fino a che non giunse il nostro turno.
Mauro mi fece mettere in ginocchio su un inginocchiatoio, legandomi le gambe, leggermente divaricate e le braccia stese lungo i piedi di questo alto sgabello ad "L", poi prese dal tubo portadisegni che aveva portato con se un cane di bambù, di quelli spessi.
Io ero completamente esposta al publico e immobilizzata...
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e ancora
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iniziò a frustarmi sul sedere con colpi secchi e cadenzati
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFIUUUUUUU
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non potevo non emettere urletti di dolore ad ogni colpo, pur se non stava forzando troppo, i colpi erano molto dolorosi, sopiti soltanto dalle pause leggermente più confortevoli del solito.
Mentre mi sculacciava, notavo la gente che mi osservava e in particolar modo notai un ragazzo di fronte a me, sub della padrona seduta al suo fianco, che ricambiando lo sguardo
ebbe una splendida erezione.
Mauro continuava a frustarmi, ma tra un colpo e l'altro la mia attenzione non poteva non focalizzarsi sul ragazzo. Uno splendido ragazzo sui 25, 30 anni, con un fisico e una "dotazione" niente male, che continuava ad osservarmi con piacere.
Ad un tratto la padrona al suo fianco si rese conto che stavo osservando nella sua direzione e si rese conto dell'erezione del suo schiavo, assestandogli uno schiaffo fortissimo, dall'alto verso il basso, attirando l'attenzione anche di Mauro che, a quanto pare, fino a quel momento non si era reso conto di cosa accadesse intorno.
Mauro si fermò poco dopo e mentre mi slegava udimmo la signora di fronte a noi redarguire e mortificare il suo schiavo.
"se permettete signori, devo insegnare al mio schiavo come ci si comporta" disse lei mentre noi cedemmo il posto ai due, incrociammo gli sguardi. Anche lui in quel momento
era concentrato più su di me che sulla sua padrona. La signora decise di umiliare il ragazzo indossando, immediatamente dopo averlo legato allo stesso modo di come ero stata bloccata io, uno strapon dalle generose dimensioni. A quanto pare a questo evento tutto era permesso. La signora senza troppe remore, allacciato lo strumento ben lubrificato sodomizzò il ragazzo che emise più di un urlo di dolore. Iniziò a redarguirlo e mortificarlo verbalmente, mentre con forza spingeva dentro di lui.
Poi venne verso di noi e disse a Mauro
"tu o la tua schiava siete liberi di punire il mio lurido schiavo"
Mauro mi guardò e porgendomi il cane che aveva ancora in mano, mi disse
"va tu, la signora ti ha concesso di poterlo punire"
io non ero del tutto sicura di volerlo fare, ma completamente in balia degli eventi scelsi di stare al gioco e, per la prima volta nella mia vita, provare l'esperienza dall'altro lato.
Assestai 10 frustate sul sedere del ragazzo provando a fare del mio meglio, ma era evidente che il giovane era più resistente di quanto io potessi esser pungente.
Tornai poi al fianco di Mauro al guinzaglio e la serata continuò con varie esibizioni dei vari presenti e fu davvero intrigante osservare il modo in cui alcuni padroni si comportavano con le sottoposte.
Per la serata non fu fatta una distinzione maschi e femmine per i bagni, ma dom e sub, cosi quando mi fu concesso di poter andare in bagno incontrai di nuovo il ragazzo, al quale dissi, incrociandolo "voglio che tu sappia che mi sono sentita più lusingata che offesa dalla tua erezione" e lui, fugacemente mi rispose "sei splendida". Replicai sorridendo ed arrossendo al complimento.
Ritornata da Mauro continuammo ad assistere a giochi di coppia, poi Mauro volle di nuovo mettermi alla gogna. Metaforicamente, perchè in realtà mi mise sulle sue ginocchia per sculacciarmi e questa volta impegnandosi molto di più.
Quando mi stesi sulle sue gambe rimasi un po' in attesa che arrivasse il primo sculaccione, mentre Mauro con calma si toglieva la giacca e slacciava il polso della camicia e, girandomi per osservarlo, diedi anche un fugace controllo in cerca di quel ragazzo. Si, desideravo che mi vedesse! Non potevo e non volevo darlo a vedere, ma ero eccitata dall'idea che quel ragazzo potesse vederemi di nuovo mentre venivo punita. Mauro iniziò a sculacciarmi e a darmele belle forti, cosi ne approfittati un po' per urlare più del dovuto ad ogni colpo, sperando di attirare la sua attenzione.
Mauro continuava a sculacciarmi, con costanza e assestando sculacciate molto decise, ma ad una frequenza che mi permetteva di tollerarle con meno difficoltà, quando vidi arrivare la coppia di spettatori che bramavo arrivasse. Incrociammo di nuovo gli sguardi, scossi la testa per spostare i capelli ormai quasi completamente avanti agli occhi e mi bagnai completamente quando vidi che era di nuovo evidentemente eccitato.
Posso immaginare di aver fatto lo stesso effetto anche ad altri presenti, ma quel ragazzo era l'unico completamente nudo e poi aveva un fisico che mi faceva impazzire.
Quando Mauro smise di sculacciarmi provai quasi dispiacere, ma poi mi alzai con orgoglio dalle sue ginocchia per poi girarmi verso mio marito e andar via con lui, ma sapendo che,
girandomi, lui avrebbe visto il mio splendido e arrossatissimo fondoschiena.
Quando tornammo a casa ero ancora più desiderosa e carica di eccitazione, non facemmo in tempo ad arrivare all'uscio che sussurrai a Mauro
"voglio che tu ora mi prenda come la padrona ha preso quel ragazzo"... e così fui accontentata.
Il sesso dopo certe serate è sempre strepitoso, anche se solitamente non sono troppo amante dei rapporti anali, riuscii a venire e a godere tantissimo.
Trascorse il weekend e lunedi mattina, secondo il consueto rituale, ricevetti la mia meritata sculacciata motivazionale, ma mentre mi sculacciava Mauro, mi venne di nuovo in mente la scena del venerdi sera... e mi eccitai di nuovo.
Mauro non se ne accorse o quanto meno, non intervenne diversamente e così finita la punizione, andò via. Non mi andava via dalla testa quella sensazione, mi sentivo in colpa. Sul momento, durante la serata di venerdi non ebbi modo di riflettere su quanto accadeva e giustificai anche quanto accaduto, col fatto che mio marito mi aveva esposto completamente nuda avanti a tanta gente e non poteva essere una serata dalle sensazioni ordinarie, ma ora provavo rimorso.
Ci pensai fino a metà mattinata, quando presi una decisione. Avevo bisogno di rimuovere quella sensazione dentro di me, sentii il bisogno di espiare le mie colpe. Mi sentivo come se stessi tradendo mio marito e provavo dentro di me un senzo di colpa estremo.
Non sono solita farlo, non è proprio una cosa che mi appartiene, ma pensai che era l'unico modo...
Imprecai ad alta voce 3 volte, facendo finta di aver da poco finito una call. Non sbagliai, Luisa bigotta e fervida religiosa, sentendomi urlare non attese neanche che posassi le cuffie sul tavolo che entrò sgridandomi. Avevo il cuore che batteva forte e l'adrenalina a mille, ma pienamente cosciente che dovevo raggiungere il mio obiettivo
"Luisa non mi rompere le palle sto lavorando" le urlai contro.
Avevo irrimediabilmente appena preso un biglietto di sola andata verso una delle sculacciate più dolorose prese in vita mia.
"Piccola maleducata impertinente, ora ti insegno io a comportarti" iniziò ad urlarmi contro. In un batter d'occhio persi completamente il focus su quanto rimuginato da li a poche ore
e rimasi focalizzata solo su Luisa che prendendomi per l'orecchio, tirando tra l'altro fortissimo, mi portò prima verso l'appendiabiti dove aveva la sua borsa con dentro la sua fedele spazzola, poi mi trascinò su di se, mi tirò giù i jeans sedendosi quindi sul divano per iniziare a sculacciarmi fortissimo e ad una velocità insopportabile.
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
mi stava sculacciando così forte, bloccandomi completamente, che il dolore prese il sopravvento su ogni cosa, costringendomi ad urlare e dimenarmi senza freni.
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
Continuò senza fermarsi e continuando a sgridarmi
"Ti insegno io le buone maniere, oggi"
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
"ragazzina maleducata"
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
e ancora giù di sculacciate, mentre io non sapevo più a cosa afferrarmi per sopportare il dolore, stringendo i denti e gli occhi ad ogni colpo, con le mani bloccate dietro alla schiena
dal robusto ed energico braccio della signora.
"Aahiaaaaa Luisa, basta, bastaaaa" le urlavo, ma lei proprio non voleva fermarsi
"devi imparare cos'è il rispetto, ragazzina" urlava stizzita, ma affannando, tanto mi stava sculacciando con energia
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAACK
Si fermò, decisamente provata dalla foga, mentre io dalle urla di dolore scoppiai a piangere.
"Non pensare di farla franca così, ragazzina maleducata" mi sgridò di nuovo facendomi alzare.
"Togli via questi jeans" mi intimò, costringendomi a rimanere con solo una camicetta addosso e null'altro. Poi riprendendomi stretta per l'orecchio, mi tirò in cucina per prendere lo spesso e pesante tagliere in legno con il quale iniziò a sculacciarmi fortissimo tirandomi sempre all'orecchio fino a tornare al divano, dove mi tirò di nuovo già tra le sue gambe, a bloccarmi, mi fermò saldamente le braccia dietro alla schiena e
SMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAACK
iniziò a sculacciarmi con forza colpendo l'intero sedere, impartendomi 20 colpi di fila che mi fecerò urlare fino a perdere il fiato, dal dolore, poi tirandomi di nuovo per l'orecchio, ormai penso di colore viola, tornò in cucina dove prese un pacco di sale grosso, per poi stenderlo in un angolo sul pavimento.
"Resterai qui tutta la mattina se necessario e senza fiatare e non farmi pentire di aver smesso di sculacciarti, che altrimenti riprendiamo da capo, brutta maleducata" mi sgridò sempre più severamente
"Signora, ma io oggi sono al lavoro, non posso non rispondere se mi chiamano" dissi piangendo a voce bassissima
Cosi lei, senza attendere, andò a prendere il notebook dal tavolo, mi sistemò le cuffiette alle orecchie e mettendo il notebook su una sedia di fianco a me disse
"Risponderai stando in punizione e solo alle telefonate di lavoro" mi disse ancora arrabbiata.
Io ero così in difficoltà e provavo ancora così tanto dolore al sedere oltre che alle ginocchia, che non riuscii a dire altro, così chinai il capo e lo appoggiai al muro nell'angolo.
Non passò tantissimo che fui costretta a rispondere alla prima call. Fu una mattinata difficilissima per me, perchè non riuscivo ad essere decisa e brillante come al solito e di certo i miei colleghi si resero conto che non fossi del tutto in forma.
Ad ora di pranzo venne Luisa a tirarmi su per l'orecchio e ponendomi in mano un secchio con uno straccio mi disse
"Lava tutta la casa ginocchia a terra, quando hai finito, se avrai fatto un buon lavoro, ti permetterò di rivestirti e tornare a lavoro e stasera dirò a tuo marito quanto sei stata maleducata nei miei confronti"
"si Signora", le risposi sommessamente, avviandomi a lavare il pavimento dalla stanza più in fondo, per tornare in salone. Fu faticoso, provante e umiliante, ma feci tutta la casa senza andare oltre la pausa pranzo, per non rischiare di dover andare di nuovo al notebook. Mi fu permesso di rivestirmi e ripresi a lavorare, senza assolutamente potermi sedere.
Quando Luisa andò via, mi avvicinai a lei a capo chino
"Mi perdoni Signora, sono tremendamente mortificata, grazie per avermi punita, le ho meritate"
"Va bene Rosaria, ma parlerò lo stesso con tuo marito, voglio che sappia che mi sono vista costretta ad intervenire con te"
"Si Signora, la ringrazio" le dissi salutandola.
La severissima punizione era stata più dura del previsto, ma mi fece bene. Il mio mood cambiò drasticamente e dopo aver ricevuto tante sculacciate, così dolorose, non pensai più alla serata erotica di qualche giorno prima. La sera, come se non fosse bastato, andai a letto in punizione, senza cena alle 20, quando rientrò Mauro. Poi il giorno dopo tutto tornò alla normalità, tranne il mio infuocatissimo sedere che richiese giorni per tornare bianco come la neve.
Ho riflettuto un po' se raccontare questo episodio. Avrei potuto raccontare solo la parte della punizione con Luisa, ma senza incipit, non avrebbe avuto senso e mi vergognavo di quanto avessi provato, seppur nella mia testa, per qualche ora.
Ora è tutto passato, ho ancora un gradevole ricordo della serata che ho trascritto oggi con il sorriso sulle labbra.