La settimana è passata serenamente. Sara si è data da fare in casa, la casa è sempre in ordine e la sera ci fa trovare sempre la cena pronta. Giovedi siamo anche uscite insieme con le altre e siamo davvero divertite. Giunti al venerdi volevo ardentemente sapere cosa aveva riservato per me mio marito.
Mi disse ti farmi trovare pronta già dalla sera e che avremmo passato il weekend fuori. Fremevo al pensiero. Corsi da Sara per dirle che avrebbe avuto la casa a disposizione fino
a Domenica e che come sempre l'avrei avvisata sulla strada di ritorno. Come la volta precedente partimmo da casa nostra con Martina che alle 17 si era già fatta trovare da noi. In garage stesso Mauro ci porse delle maschere per gli occhi da indossare immediatamente e ci chiese di denudarci completamente e porgergli vestiti, scarpe e accessori.
Completamente nude e bendate restammo in silenzio in auto, mentre viaggiavamo per una meta a noi completamente oscura. Provai a chiedere a Mauro dove ci stesse portando, ma lui non proferì parola. Dopo almeno un'ora di strada sentimmo l'auto fermarsi. Mauro venne da noi e ci fece indossare il collare col guinzaglio e infine ci legò i polsi ad una corda spessa.
"Siete le mie schiave, la volta scorsa siete state trattate come principesse, questo weekend sarà ben diverso" ci disse mentre stringeva le corde.
"Sentitevi libere di urlarmi rosso se volete che interrompa ogni cosa" continuò
"Dobbiamo spaventarci, amore?" gli chiesi con tono provocante e per nulla impaurita
"Vi porterò un po' più al limite, se me lo concedete. Martina non lasciarti condizionare da Rosaria" ci disse
"A me puoi fare ogni cosa tu desideri e farò ogni cosa mi verrà chiesta, mi fido di te, non urlerò mai quel colore" gli dissi
"Ho i brividi addosso e al contempo credo di averti bagnata tutti i sedili dall'eccitazione. Sarai fiero di noi!"
Ci legò al polso un'altra cosa, poi ci fece indossare le gagball.
"Avete appeso al polso un pulsante, prendetelo in mano e premetelo se non potete parlare"
Provammo i pulsanti e poi Mauro tornò al volante.
Proseguimmo ancora per 15 forse 20 minuti, poi sentimmo l'auto percorrere una strada dissestata prima di fermarsi. Scese prima Mauro, che prese le nostre valigie dal porta bagagli per portarle dentro, per tornare da noi almeno 10 minuti dopo. Ci fece scendere dalla macchina, ma appena mettemmo i piedi a terra sussultammo, perchè il terreno sotto di noi era sdrucciolevole e pieno di sassolini. Ci trascinò tenendoci per il guinzaglio e per le corde legate ai polsi all'interno di quello che poteva essere un granaio, una stalla. Lo percepivo dall'odore e dalla porticella in legno che sentii aprire. Ero a disagio, faceva fresco e non avevo la minima idea di cosa potesse accadere. Sentii le braccia tirate in su con forza. Ci stava tenendo in tensione in qualche modo. Urlai dal dolore e anche Martina urlò quando venne tirata su. Eravamo in una posizione scomoda e dolorosa, a stento riuscivamo a tenere i piedi a terra, tanto che per muoverci in avanti o indietro avremmo dovuto iniziare a stare sulle punte.
"Siete le mie schiave! Fino a domenica farete e subirete ogni cosa vorrò" ci disse slegandoci le gagball
"Questa sera avremo degli ospiti ai quali voglio mostrare come punisco le mie schiave"
WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWHIP tuonò uno schiocco di frusta che mi fece sobbalzare. Avevo il cuore che batteva forte. Ero a disagio e intimorita, ma vivevo pensando continuamente a cosa sarebbe potuto accadere da li a poco.
"Qualcosa in contrario?" ci chiese facendo schioccare di nuovo la frusta.
"No signore" rispose Martina
"Può punirmi come desidera, signore!" risposi io
Ci tolse le bende. Come avevo intuito eravamo in un vecchio fienile, completamente vuoto. Il tetto era tutto di travi in legno e in fondo alla stanza di fronte a noi erano state sistemate 4 sedie. Io e martina eravamo a un paio di metri l'una dall'altra entrambe già visibilmente provate dalla posizione. Mauro brandiva tra le mani una lunga frusta, che in gergo si chiama snake.
"poss" non ebbi il tempo di emettere un sibilo che come un fulmine cadde su di me un colpo di frusta che mi colpì tra inguine e coscia.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
urlai dal dolore lancinante
"Parlerete solo se interpellate"
Fece entrare 4 persone. Erano 2 coppie, credo un po' più grandi di noi (io ho 34 anni). Entrarono in silenzio e andarono a sedersi come indicato da Mauro.
"Queste sono le mie schiave, Rosaria, mia moglie, che alcuni di voi già conoscono e Martina"
Le parole "che alcuni di voi già conoscono" mi fecero echo nella testa. Provavo a ricordare dove avessi potuto conoscerli e chi.
"Questa sera vi mostrerò alcuni dei modi in cui sono solito punirle" continuava
Prese da un tavolo, che era alle nostre spalle, un cane, il più sottile e illustrato lo strumento
"Riceverai 5 colpi" mi disse e senza tentennare
WWWWWHIP, WWWWWWHIP, WHIIIIP, WHIIIP, WHIIIIIIP
I colpi passarono in fretta e il pizzichio dei soli 5 colpi fu decisamente sopportabile. Poi prese una cintura e andando verso Martina assestò 5 cinghiate anche a lei sui glutei. Anche lei li sopportò facilmente. Poi tornò da me, questa volta con il cane più spesso
WWWWWWHIP, WWWWWWHIP, WWWWWWHIP, WWWWWWHIP, WWWWWWHIP
Questi ad ogni colpo erano molto più fastidiosi, ma riuscii a restare immobile e in silenzio. A Martina toccò poi un paddle, flessibile, in pelle. I colpi erano molto rumorosi ancor di più della cinghia, ma Martina non sembrò in difficoltà.
Continuò con me ancora con i cane di varia misura e Martina con dei Paddle man mano sempre più rigidi. Iniziò a girarci intorno, poi ci slegò i polsi e tutte e due ci accasciammo a terra, frizionandoci con le mani i segni delle corte e massaggiandoci le braccia completamente intorpidite.
"Piegate in avanti e afferratevi le caviglie" ci disse con tono severo
Rialzateci in piedi assumemmo la posizione e attendemmo a testa alta incrociando gli sguardi con i quattro sconosciuti.
"Riceverai 5 colpi di questo e li conterai. Se sbagli il conteggio riparto da capo" mi disse, mostrando a me e a tutti il nerbo di bue.
"Si signore", gli risposi.
FFFFFFFFFFFFFFFFFFIU cadde il primo colpo, secco e assestato sul sedere ormai già decisamente segnato dai 5 strumenti precedenti.
"UNO"
FFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
"DUEE" urlai all'impatto, ma Mauro stava mantenendo una intensità sopportabile
FFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
"TREE" urlai ancora, con il dolore che iniziava ad intensificarsi
FFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
"QUATTROOO" urlai ancora
FFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
"CINQUE" gridai con sollievo.
Erano stati 5 colpi dolorosi, ma ritmo e intensità che mi permisero di non cadere. Per Martina arrivò l'ora del paddle di legno. Un paddle di dimensione e peso importanti. Per lei fu più dura. Lei resiste meno di me e il paddle forse è quello che sopporta di meno, anche se a dire il vero quel paddle fa paura anche a me e non poco! Mauro fu molto clemente, me ne accorsi subito, dopo il terzo colpo, fece seguire gli ultimi due con maggiore pausa e in modo molto più blando.
"Siete state brave" ci disse
"Andate di sopra a fare una doccia, la vostra stanza è l'unica con la porta aperta e le luci accese. Vi ho preparato due cestini di frutta, mangiatela tutta e andate a dormire".
"Grazie signore" dicemmo all'unisono e sommesse ci dirigemmo verso la nostra stanza.
Avevamo freddo, ma nonostante ciò eravamo tutte sudate. Ci fiondammo in camera e poi direttamente sotto la doccia. Non ci dividemmo mai, facemmo una lunghissima doccia insieme, andammo insieme a letto dove trovammo sui cuscini della pomata di arnica, che ci spalmammo a vicenda sul rossore. Non eravamo segnate particolarmente, lei più arrossata, io qualche riga più gonfia, ma ne avevo ricevute di peggio. Eravamo stanche, restammo a chiacchierare un po', da sotto proveniva un brusio di sottofondo, Mauro e i suoi ospiti si intrattennero a cenare e chiacchierare, ma ad un certo punto ci addormentammo.
La mattina del sabato ci siam svegliate tardi, ci andammo a lavare e poi scendemmo al piano di sotto dove trovammo i 4 ospiti già vestiti a chiacchierare. Noi, ancora completamente nude (Mauro ci aveva preso dalle valigie solo lo spazzolino da denti, il resto non ci fu dato) in un imbarazzo pazzesco, salutammo "buongiorno a voi".
Mauro si avvicinò immediatamente, ci agganciò il guinzaglio e ci fece mettere in ginocchio. In un batter d'occhio fummo immerse nuovamene nel mood. Non che lo avessimo dimenticato,
costrette a scender nude avanti a gente estranea, ma Mauro volle metterci subito in riga. Ci mise a terra due ciotole, colme oltre il limite di riso e una sola ciotola d'acqua che avremmo condiviso (intuimmo).
"Fate colazione, poi andiamo a fare una passeggiata con gli ospiti" ci disse, poi aggiunse un monito "Mangiate tutto, ogni chicco di riso che resterà nella ciotola vi costerà 2 sculacciate
e ogni chicco fuori 5".
Era impossibile non far cadere neanche un chicco a terra. La ciotola era pienissima. Martina fu super delicata, a quanto pare, facendo cadere giusto un chicco. Fu chirurgica. Io non riuscii ad esser così brava e quando alla fine mi accorsi di averne fatti cadere un po', smisi di mangiare e bevvi dell'acqua, per poi mettermi in ginocchio.
Mauro ci prese per il guinzaglio e uscimmo fuori, noi a quattro zampe, loro al seguito. Facemmo un giro intorno alla baita, la giornata era calda e il sole splendeva e intorno a noi solo verde ed alberi a perdita d'occhio. Provammo molto dolore nell'attraversare il vialetto con le pietruzze, poi ci rilassammo un po' giunte all'erba. Passeggiammo un bel po', con Mauro che di tanto in tanto ci bacchettava il sedere con un ramo, affinchè tenessimo il passo. Rientrati poi tutti in casa, Mauro si avvicinò alle ciotole, poi andò da Martina per accarazzarla.
"Sei stata brava, va in cucina adesso, c'è un elenco delle cose da preparare, inizia a cucinare" facendola rialzare
"Vieni sulle mie ginocchia" mi disse, sedendosi su una sedia
"Signori, questa monella ama fare i dispetti, ora avrete modo di assistere alla severa sculacciata che merita"
Sapevo che le avrei prese, non sapevo come, ma ero rassegnata a ricevere le sue sculacciate.
Mi misi sulle sue gambe in modo da favorire il suo braccio destro, come faccio sempre, ma questa volta mi resi conto, mentre mi stendevo, che i 4 ospiti erano tutti li, dietro al mio sedere a vedere la mia patatina in bella mostra. Pensai "chi sa quanto lo hanno duro in questo momento e chi sa se le loro compagne se ne stanno rendendo conto".
Mauro non volle far passare un mio capriccio come impunito e iniziò subito a sculacciarmi
SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK
Forte, FORTISSIMO
SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK
Io non ressi neanche 2 secondi, me le stava dando troppo forte perchè potessi resistere
SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK
Iniziai a piangere ed urlare "basta bastaaa"
SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK
Lui però non voleva sapere di fermarsi
SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAACK
"Signore la pregooo bastaaa" scalciando dimenandomi
Mauro si fermò e bloccandomi con una gamba "Martina, portami quel cucchiaio di legno" indicando un enorme e massiccio cucchiaio in legno massello appeso in cucina. Martina fece come le fu chiesto e tornò a cucinare.
SMAAAAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAAAAACK SMAAAAAAAAAAAAAAACK
arrivarono giù una serie di sculaccioni con quell'enorme e dolorosissimo cucchiaio.
Urlavo e piangevo allo stesso tempo, ogni colpo era insopportabile e avevo già il sedere in fiamme da tutte le sculacciate che mi aveva dato. Quando finì di punirmi, avevo il sedere in fiamme e mi accasciai a terra a piangere, ma lui fu irreprensibile e dopo avermi preso per il guinzaglio mi tirò fino all'angolo dove mi ordinò di restare in ginocchio.
Nessuno parlava, come la sera precedente, gli ospiti si limitarono solo a osservare quando eravamo noi presenti. Trascorse un po', forse una trentina di minuti, quando ormai era tutto avviato per il pranzo, Mauro ci chiamò, ci fece mettere in ginocchio sulle sedie e con i gomiti appoggiati al pavimento. Avevamo già capito. Andò a prendere il necessario per farci un clistere. Non sapevamo dove volesse arrivare, ma il livello di umiliazione era tale da farmi sentire angosciata e arrabbiata, ma senza fare storie mi misi in posizione.
Andò a preparare dell'acqua calda dove mise 4,5 filtri di camomilla. Poi ci inserì le cannule e ci sentimmo irrigate dall'acqua calda. E' stato molto umiliante.
Completamente svuotate le sacche, Mauro prima ci sfilò le cannule, poi ci fece attendere un po' prima di dirci che potevamo andare in bagno a liberarci.
In bagno notai che avevo il sedere paonazzo. Lo sfiorai con le dita per sentire la pelle irrigidita e livida. Tornate in cucina dopo qualche minuto ci fece mettere faccia al muro, mentre loro iniziarono a pranzare.
Finito il pranzo, Mauro preparò due piatti con tutti gli avanzi della tavola e posandoli a terra
"Mangiate tutto!". Era un'umiliazione dopo un'altra.
Martina si chinò mestamente e iniziò a mangiare, io mi rifiutai. Non dissi nulla, ma non mi chinai a mangiare. Mauro attese che Martina finisse, poi prendendomi per il guinzaglio
"Signori, seguiteci pure" indirizzandosi verso il fienile. Mi legò di nuovo alla trave in alto, poi prese la frusta.
"Mi fermerò quando mi dirai che mangerai tutto"
WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWHIP
di nuovo interno coscia come la sera prima
Urlai di dolore, quello schioppo dato in quel punto delicato era infermale
WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWHIP ne giunse un'altra, sul fianco a cingere il sedere. Era tremenda, non la sopportavo, specialmente in certi punti del corpo era straziante.
WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWHIP sulla coscia destra
Tremavo, ogni volta che anzava il braccio per caricare la frusta, chiudevo gli occhi e tremavo.
WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWHIP ancora tra coscia ed inguine. Non mi trattenni, mi feci pipi addosso.
"Mangio tutto, signore, mangio tutto" gli dissi implorandolo, mentre Mauro caricava il quinto colpo che riuscii ad arrestare in tempo.
"Martina va a prendere il piatto di Rosaria" ordinò
"si signore" rispose lei, andando a prenderlo.
Mi sganciò i polsi nel frattempo, poi giunta Martina, prese il piatto e lo mise a terra, appositamente dove avevo urinato un minuto prima.
"Mangia fino a far diventare il piatto lucido. Non ti azzardare a far cadere nulla fuori dal piatto o lo mangi lo stesso" mi disse molto severamente. Mangiai gli avanzi del pranzo dal piatto con Martina in ginocchio a fianco a me, per tenermi i capelli che altrimenti sarebbero finiti a terra.
Quando finii, Mauro mi accarezzò "sei la donna della mia vita" e mi baciò.
"Andate a rivestirvi, in camera trovate tutta la vostra roba."
Salimmo in camera e restammo sotto la doccia un eternità, poi ci preparammo in abito da sera e super sexy come se niente fosse accaduto. Tornate giù dopo più di 1 ora, fummo accolte dai nostri ospiti
"Ragazze siete fantastiche, avete una forza impressionante" ci disse la più grande delle due donne
Mauro ci abbracciò "nei rapporti BDSM, ricordatevelo sempre, il vero dominante non è quello con la frusta, ma quello che ti concede di poterla usare su di lui".
Parlando con gli ospiti ricordai dove avevo già incontrato una coppia, sono amici universitari di Mauro dai tempi del college. Mauro ha voluto introdurli al mondo del BDSM oltre a quello dello spanking, che già praticano a quanto pare e ha voluto pavoneggiarsi delle sue splendide schiave.
Le due donne si soffermarono con me e Martina a parlare chiedendoci come avessimo raggiunto una tale intesa e quanto è dura una relazione a lungo termine di questo tipo.
"Se mi fossi trovata 5 anni fa in una situazione simile, mi sarei spaventata e l'avrei presa male, ora non vedo l'ora che mio marito mi porti di nuovo qui da sola, per superare i miei limiti" risposi, accertandomi che Mauro sentisse
"Senza dimenticare la sua schiava che non fa mai la monella" aggiunse Martina
Congedammo gli ospiti che tornarono a casa e rimasti soli
"Queste due schiave, meritano un premio per essere state così brave" dissi io
"Brave? Ma se ti sei messa a fare storie sin dalla mattina" replicò lui sorridendomi
"Lo sai, io se non faccio un po' la monella, non sono contenta e anche i tuoi ospiti ne hanno goduto di più, non ti pare?" replicai civettuola
"Per iniziare, ci porti a cena lontane da questa landa desolata, poi cerca un posto dove poter scopare due principesse, altrimenti resti in bianco!" continuai sempre con tono scherzoso
"Quindi, resort con ristorante stellato potrebbero andar bene?"
Restammo un po' stupite, anche se ormai con lui non dovremmo più stupirci di nulla. Aveva già prenotato in un resort con spa e ristorante stellato. Cena e giornata successiva non vale la pena racconarle... perchè io e Martina abbiamo oziato soltanto, ci siamo fatte viziare per tutta la sera e per tutta la domenica. Ebbene si, abbiamo allungato il soggiorno anche alla Domenica e siamo rientrati il lunedi mattina, partenza alle 8.00 e in ufficio alle 10.00.
Sesso? Io e Martina ne abbiamo fatto tantissimo. Per lui? Ha dovuto attendere domenica fino a tarda sera per potersela spassare un po'. Abbiamo voluto tenerlo un po' sulle spine.
La sessione di sculacciate motivazionali è stata rinviata al martedi...
Sara ha approfittato dei 3 giorni sola in casa, ma come sempre non le ho chiesto dettagli né lei me ne ha raccontati.
Le ho solo mostrato i segni sulle gambe e all'inghine, ma siamo andate comunque in piscina in tardo pomeriggio.