Venerdi mattina in accordo con Luisa andai molto presto da lei per prendere della roba di Sara, per poi tornare a casa a sistemarla in camera sua. Bussai alla porta, ma non arrivava nessuno, attesi un po', quando venne ad aprireLuisa, che mi fece entrare
"Buongiorno Rosaria, entra pure. Attendi qualche minuto, sono subito da te."
"Va bene, ti aspetto" le dissi, ma andando a sedermi sul divano, vidi Diana faccia al muro con le mani sulla testa.
Luisa, come sempre, non si poneva troppi problemi a punire una figlia (o me) in presenza di ospiti, chiamò a se Diana, mettendosela sulle gambe con me che, involontariamente mi ero ritrovata faccia a faccia con la ragazza stesa sulle ginocchia della madre.
Era imbarazzante, avrei voluto cambiar posto o andare in un'altra stanza, ma Luisa non mi diede il tempo di farmi alzare che iniziò a sculacciare Diana con la sua fedele spazzola di legno. Le dava dei colpi fortissimi, ma proprio forti davvero, e si fermava un paio di secondi tra un colpo e l'altro. Ma ogni colpo che assestava era tremendo, pensai a Diana, già in lacrime, quanto stesse soffrendo quei colpi. Diana piangeva e stringeva i denti tenendo il capo chino, mentre Luisa continuava questa sequenza di sculacciate con una forza impressionante, come se ogni colpo dovesse restarle impresso nella memoria stampato a fuoco. Ad ogni colpo sentivo Diana contrarsi e sobbalzare e percepivo tutta la sua sofferenza.
Poi Luisa cambiò ritmo accelerando la frequenza
SMAAACK SMAAACK SMAAACK SMAAACK SMAAACK SMAAACK SMAAACK SMAAACK
le diede 20 colpi velocissimi solo su una natica per poi dargliene altri 20 sull'altra. Diana piangeva e percepivo facilmente quanto stesse soffrendo.
"Va a metterti in punizione e non ti muovere" le disse prima di rivolgersi a me per portarmi in camera di Sara.
Andando via, Luisa, ancora arrabbiata si rivolse di nuovo a Diana "Dovresti stare qui tutta la mattinata, ma già lo so che se esco vai via... quando torno stasera..."
Colsi la palla al balzo "Luisa, secondo me è giusto che resti in punizione ora, a riflettere, la porto da me a casa cosi la osservo mentre lavoro, le resterà impressa!".
La convinsi!
"Porta i libri, col cavolo che oggi ti lascio bighellonare" dissi a Diana per rafforzare la mia posizione. Diana andò a prendere i libri e mi segui, entrammo in auto e senza dire una parola ci dirigemmo verso casa (che per intenderci è davvero vicino, solo che dovevo portare dei pacchi).
Entrate in casa "Sara, vieni un po' qui" chiamai. Sara venne verso di noi e Diana le saltò al collo e la abbracciò.
"Andate a preparavi, che andiamo a fare shopping, ragazze!!!" dissi loro
Diana si girò verso di me "ma..."
"Sciocchina, va a prepararti che ci divertiamo stamattina!" le dissi
"E se mamma ci scopre?" disse lei
"Perchè che è successo?" replicò Sara, ignara
"Secondo te andiamo a fare shopping dove tua madre va a fare la spesa? Non lo saprà mai!".
Trascorremmo la mattinata insieme, io ero euforica, più tempo passava più ero euforica, per un motivo che leggerete in un altro racconto, a breve.
Facendo compere, Sara notò, nel camerino, il sedere della sorella.
"ma che hai combinato?" le chiese
in realtà, non lo sapevo neanche io il motivo per cui fosse stata punita, sentii solo forte il desiderio di portarla via.
"eh... stamattina son rientrata a casa un po' tardi..." disse bisbigliando
Io mi misi a ridere. "Stamattina? A che ora sei rientrata?" ancora ridacchiando
"Praticamente 10 minuti prima che arrivassi tu" replicò.
"Mamma deve essersi proprio arrabbiata" disse Sara
Bisbigliavamo e ridacchiavamo in quei camerini come tre adolescenti, ma mi stavo divertendo molto. Le due ragazze sono così a modo, Sara si sentì palesemente a disagio quando presi tutte le cose che avevamo provato per andarle a pagare, ma al terzo negozio riuscii a rasserenarla. Comprammo un po' di cosette carine, poi tornammo a casa e mentre iniziammo a cucinare
"Ragazze io e Mauro siamo fuori tutto il weekend, partiamo in serata, che dite se chiamo Luisa e le chiedo di farti rimanere questo fine settimana qui, Diana?" dissi loro
Le ragazze erano visibilmente contente. Chiamai Luisa e riuscii a convincerla premendo sul fatto che Diana avrebbe potuto dare una mano in casa, facendo riposare un po' Sara,
e sul fatto che un fine settimana senza uscire di casa le avrebbe fatto bene.
"Ragazze, divertitevi. Sara, ti lascio le chiavi della macchina, se volete uscire" dissi
"Se a Diana va bene, possiamo anche restare un po' insieme a casa, non ci vediamo da tanto" replicò Sara
"Fate come preferite, organizzate una cena a quattro con i vostri ragazzi... spassatevela un po'"
"Possiamo?" chiese Diana entusiasta
"Certo ragazze, non vorrete restare tre giorni sole in casa!"
Loro erano molto contente ed io intanto contavo le ore che mancavano per il rientro di Mauro.
Il resto è un racconto a parte.