Mi vergogna un po' scrivere questo racconto, ma Rosaria ha insistito e del resto, lo avrebbe raccontato lei, quindi tanto vale farlo da me.
Sono Martina, la migliore amica di Rosaria e da tempo ho intrapreso una relazione da sub con il mio amico, nonchè marito di Rosaria, Mauro.
Non sapevo nulla del BDSM fino a qualche anno fa. Non ci avevo mai neanche pensato, ma un bel giorno Rosy iniziò a parlarmi della sua relazione, molto intima e impegnativa,
nata con Mauro. Lei mi iniziò a parlare di sculacciate ed esser messa sulle ginocchia del marito come una bimba monella con tale disinvoltura che iniziai a concepire che la cosa fosse meno "strana" di come si potesse immaginare.
Io l'ho sempre vista felice, sorridente e il suo rapporto con Mauro è splendido, hanno un'intesa fantastica e li ho sempre ammirati. Quando lei mi parlava delle sue punizioni e del modo in cui le viveva, in principio mi lasciava incuriosita, ma non tanto dalle cose che raccontava, ma dal modo in cui lo faceva. Lei ha sempre lasciato trasparire che essere messa in castigo, ricevere sculacciate con le mani, così come con il cucchiaio di legno, fosse meritato e giusto, che essere messa sulle ginocchia del marito a più di 30 anni, fosse tra le cose più intime e ordinarie che una coppia dovrebbe fare, lasciando così alle spalle ogni tabù e ogni incomprensione e acredine che possa esserci durante una vita insieme.
Mauro ha sempre coccolato la mia amica ed è sempre stato un gentiluomo di altri tempi. Le apre la porta della macchina, le sposta la sedia dal tavolo prima di cena, la accontenta in tutti i modi possibili, non le fa mai portare una busta della spesa, né tanto meno gliel'ha mai fatta pagare. Per Mauro, Rosaria è una principessa, da proteggere.
Per chi non conosce le dinamiche più intime dei due, è Rosaria la padrona di casa, la dama del castello, la signora che si fa portar la spesa dal marito, che guida auto prestigiose e indossa solo abiti firmati a spese del premuroso e docile marito.
Ma la verità è che sono due persone autonome, responsabili e piene di autostima sempre sul pezzo e che non si tirano mai indietro (e lo avrete percepito anche dal modo in cui stanno aiutando Sara).
Fu così che, sentendo i primi racconti, iniziai a incuriosirmi. Ne parlai anche con la nostra amica svitata, la bionda sadica, ma lei aveva tutt'altra esperienza con il BDSM, lei non lo vive con l'amore e la passione che pervade Rosy e Mauro, per lei è tutto un gioco sadico. Quando ascoltavo Rosy, parlare dell'argomento mi veniva sempre più il desiderio di vivere le sue emozioni e la carica erotica mi pervadeva.
La prima volta che l'ho vista stesa sulle gambe di Mauro a scalciare mentre veniva sculacciata severamente come una ragazzina mi ha fatto fremere a tal punto che ero completamente bagnata.
Avete letto del primo bacio che le ho dato in discoteca, ma no, non sono lesbica. Vivo da sola sin da quando avevo 18 anni, trasferitami per gli studi nei pressi della facoltà. Ho avuto un sacco di ragazzi e di tanto in tanto qualche avventura occasionale non me la faccio sfuggire, ma ho sperimentato anche altro e sin da quando eravamo giovanissime avevo attrazione per la mia amica, ma non innamoramento, proprio erotica. Rosy trasuda carica erotica in ogni cosa che fa, anche se sta in cucina a fare pasta e patate con la provola! Sul lavoro poi sembra una dominatrice. Sempre vestita di tutto punto e concentrata, impossibile non provare attrazione per lei.
E' cosi che mi son fatta coinvolgere, sperimentando il BDSM e accondiscendendo a sottomettermi a Mauro completamente. Da sempre, temo ogni colpo che mi possa essere inferto. Ho paura del dolore e ogni momento prima di ricevere una sculacciata, una frustata, tremo sin dal profondo. Ho dovuto abbattere ogni barriera mentale per cedere alle umiliazioni che subisco durante le serate a tre, ma non pensate che il mio senso del pudore si sia azzerato e che le umiliazioni non mi facciano sentire a disagio. Vivo ogni umiliazione con grande vergogna e mi denudo provando ancora molto imbarazzo, perchè io con Mauro non ho alcun rapporto sessuale. Quando stiamo insieme io e Rosy ci dedichiamo una all'altra, ma non mi sogno neanche lontanamente di sfiorare lui e lui fa altrettanto con me. Si, durante il sesso siamo disinvolti e ci abbandoniamo al divertimento, però sempre con grande rispetto dei ruoli.
Nonostante tutto, le sensazioni che vivo mi fanno star bene, mi danno adrenalina e un senso di appagamento mai provato prima. Il dolore, la sofferenza di non potermi sedere per ore, dopo una forte sculacciata, così come gli attimi di riflessione in un angolo, generano in me ansia e paure, ma anche eccitazione e desiderio di non smettere mai e così ho chiesto e ottenuto di poter vivere un'esperienza un po' al limite da sola, senza il supporto della mia amica al mio fianco e sono stata accontentata. Sono una brava schiava, meritavo di essere accontentata.
Per due notti, prima di andare alla baita, non ho chiuso occhio pensando a quel che poteva accadere. Fremevo dentro e pensavo e rimuginavo... Il venerdi quando vennero a prendermi ero super concentrata. Non parlavo e non li salutai abbracciandoli appena visti, come faccio sempre, entrai in auto senza emettere un fiato, se non un "Sono al suo servizio, Signore" a capo chino.
Arrivammo fino alla baita in silenzio, non mi fece spogliare. La sera era molto fredda e piovosa, molto più fredda delle settimane precedenti e forse per questo quando arrivammo, entrammo in casa tutti e tre direttamente.
La casa era calda, Mauro aveva avviato il riscaldamento da remoto e si stava benissimo.
"Va in camera a spogliarti e lascia tutte le tue cose in camera, poi torna giù" disse Mauro mentre accendeva il camino.
"Si signore" risposi e senza perder tempo, salii su in camera.
Rosy non venne con me, restò con lui. Scesi dopo qualche minuto, completamente nuda, con le mani a coprirmi le parti intime. Erano seduti sul divano, di fronte al camino e mi fece andare di fronte a lui
"Mani sulla testa" mi chiese ed io eseguii. Mi imbarazzava stare di fronte a loro. Non so quanto sia percepibile, ma non ci si abitua mai a stare nudi di fronte a due persone, completamente vestite, che ti osservano.
Lui si alzò, prese una corda e iniziò a legarmi le braccia dietro alla schiena. I nodi non erano strettissimi, ma poi fece passare la corda in mezzo alle gambe per poi tirarla su e farla passare dal collare. Mi mise la gagball per serrarmi la bocca e poi alle caviglie una barra di metallo per tenermi le gambe forzatamente divaricate e tirandomi al guinzaglio mi trascinò fin dentro al fienile. La corda in tensione strofinava sulla mia patatina e mi faceva malissimo e ogni volta che non tenevo il passo con lui, finiva per farmi più male.
Fuori faceva molto freddo, aveva smesso di piovere, ma il terreno era gelido e l'aria molto fredda. Arrivati al fienile presi subito calore, Mauro aveva fatto in modo di riscaldare l'ambiente,
ma vidi anche che era già stata posizionata una gogna al centro della stanza. Mi fece mangiare a terra da una ciotola una quantità smodata di frutta un bicchierone enorme di latte
dopo di che mi slegò i polsi e mi fece posizionare nella gogna, serrandola. Ero china, a novanta gradi, con la testa e i polsi bloccati nella gogna.
"A domani", mi disse, poi andò via spegnendo ogni luce.
Sola, al buio, in una posizione tremendamente scomoda, con le gambe divaricate forzatamente con la stanza che era si riscaldata, ma percepivo il freddo sulla mia schiena e avevo i brividi.
Ho trascorso una nottata tremenda. Avevo sonno ed ero stanca. Le gambe non ce la facevano più e provavo ad accasciarmi un po' per rilassare i tendini, ma avevo la testa troppo incastrata per potermi inginocchiare. In piena notte, si apri la porta all'improvviso, balzai, perchè ero distrutta e tra la veglia e il sonno, mi liberò dalla gogna e dal distanziatore alle caviglie, per legarmi solo una lunga corda ai polsi e costringermi a correre in cerchio.
Avevo le gambe completamente atrofizzate, sentivo freddo e con i polsi legati e la corda che tendeva verso di Lui al centro della stanza, non riuscivo a correre e di tanto in tanto
WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWHIP mi arrivava una frustata a colpirmi il sedere.
Un pizzico secco e insopportabile.
Mi fece correre un bel po', ero distrutta, mi sarei accasciata a terra a dormire, ma quando mi fece fermare mi costrinse di nuovo a mangiare. Questa volta dei bocconcini di carne, tipo spezzatino, però super speziati e piccanti. A dire il vero, davvero buoni, però non riuscii a mangiarli con piacere, perchè non avevo per niente fame e il mio bisogno principale in quel momento era solo accasciarmi a terra e dormire. Fui costretta a mangiar tutto, appena mi fermavo subito mi arrivava una frustata sul sedere.
Mi fece di nuovo bere il latte, poi mi legò in un agolo a degli anelli e mi coprì con una coperta e andò di nuovo via. Crollai dal sonno, non penso di ricordare neanche il momento in cui richiuse la porta.
Era ancora l'alba quando fui risvegliata bruscamente dal rumore degli anelli che sbattevano sul muro mentre mi slegava. Avrò dormito poche ore, tre, forse quattro, non saprei dirlo,
ma ero ancora stanca. Mi portò una ciotola di riso bianco e latte caldo. Ne bevvi un sorso per riscaldarmi,
ma non riuscivo a mangiare il riso, così mi strattonò portandomi alla gogna e mi blocco di nuovo, con anche le caviglie divaricate, poi
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAACK
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAACK
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAACK
mi diede 10 sculacciate col battipanni fortissimi sul sedere
"Continuo finchè non mi dici che mangerai tutto" mi disse
poi senza attendere una risposta
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAACK
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAACK
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAACK
altri 10 sculaccioni fortissimi col pattipanni
"mangiooo, mangioo tutto" urlai piangendo
Mi sganciò dalla gogna e in ginocchio mangiai con riluttanza tutto quel riso, poi bevvi il latte caldo, dopo mi di che mi mise di nuovo alla gogna e si andò a sedere di fronte a me su un divanetto da giardino (anche questo la volta precedente non c'era).
Non facevo pipi dalla sera prima quando mi andai a spogliare, avevo la vescica che mi faceva male, tanto era piena. Rimasi in quella posizione, piangendo, avevo dolori ovunque e ormai non mi trattenevo più, ma non era solo la pipì il problema... non resistevo più ed era chiaro che Mauro non si sarebbe allontanato, era li ad osservarmi per vedermi umiliata.
Scoppiai a piangere ancora più forte perchè provavo con tutte le forze a trattenermi, ma non riuscii.
Feci i miei bisogni, singhiozzando. Mi sentivo umiliata, mortificata, annientata, ma non riuscii a farne a meno e non avrei mai pensato potesse accadere. Io sapevo che era toccata la stessa sorte anche a Rosy, ma fino a quel momento la mia concentrazione era su ogni altro aspetto, dolore, sofferenza, che non pensai a quanto potesse essere umiliante
quel momento.
Fu un colpo troppo duro per me tanto che mi chiusi in un mutismo più assoluto. Non riuscivo più ad esternare emozioni. Dopo un bel po' che completai i miei bisogni, Mauro andò via per poi tornare con un bacile e porgendomi la pompa dell'acqua e del sapone, mi disse
"Al mio rientro voglio trovare tutto pulito", mi slegò anche le caviglie e andò via.
Mi lavai nel bacile con l'acqua gelida, poi ripulii il pavimento. Raccolsi con una pala i miei escrementi e uscii fuori al fienile, completamente nuda e al gelo, per buttarli il più lontano possibile nel terreno, poi tornai dentro e pulii come potevo a terra con l'acqua.
Tremavo dal freddo e non pensavo a nulla, ero completamente svuotata di ogni pensiero. Mi inginocchiai nell'angolo sotto alla coperta e mi rannicchiai. Quando rientrò Mauro, ero quasi riappisolata. Mi accorsi che era rientrato, ma non ebbi le forze di aprire gli occhi. Si era messo di nuovo sul divano, ad attendere, poi venne da me. Credo che dormii almeno una mezz'ora, prima di esser messa di nuovo alla gogna con le caviglie ancora bloccate. Iniziò a frustarmi in ogni parte del corpo, dalle caviglie al sedere, presi una quantità di frustate che non contai, ma rimasi completamene appiattita. Non urlavo né piangevo, emettevo solo mugugni ad ogni colpo, serrando le labbra il più possibile e chiudendo gli occhi. Quando ormai avevo gambe e glutei uniformemente a strisce, mi fece stendere a terra e mi legò le caviglie ai piedi della gogna poi prese il cane e iniziò a frustarmi sotto ai piedi e mi frustò tanto che sentivo come se si fossero lacerati, rimettermi in piedi fu davvero una sofferenza, tanto più che mi blocco di nuovo nella gogna.
Ormai non sentivo più i tendini alle gambe e il dolore ai piedi era tale che sembrava stessi camminando sui vetri.
Andò di nuovo via, lasciandomi in quella posizione di nuovo.
Ormai ero al limite. Feci di nuovo pipi, piangendo. Quando rientrò Mauro appena mi sganciò dalla gogna, mi accasciai a terra, nella pozza della mia stessa urina, ma non ce la facevo più.
Mi coprì con la coperta e mi prese in braccio e mi portò con se in casa. Era ancora mattina, ma non avevo più forze, ero svuotata di ogni cosa. Mi portò in bagno al piano di sopra, nella sua vasca gigante e venne Rosy a prendersi cura di me. Scoppiai in lacrime.
"scuusaaa, scusaaa, non ce la facevo più, non volevo cedere..."
Rosy mi coccolava, mentre Mauro aveva già preparato l'acqua calda.
Rosy mi aiutò ad entrare sotto la doccia calda, per poi aiutarmi ad entrare nella vasca, ma io continuavo a singhiozzare
"non volevo arrendermi..."
"Tesoro, ma cosa dici, non devi mica vergonarti, sei tutta un livido e sei distrutta, rilassati, mi ha detto Mauro che ti ha messo a dura prova, ma sei stata stoica".
Feci il bagno caldo, mi bruciava tutto, ma dopo un po' mi ambientai e mi abituati all'abbraccio dell'acqua che mi massaggiava. Uscita dal bagno, vidi i miei piedi, che in realtà avevano un po' di lividi, ma nulla di più, avevo la parte inferiore del corpo di un colore roseo uniforme quasi. Raccontai tutto a Rosy, di ogni dettaglio e della cosa che più mi aveva distrutto.
Mauro venne in camera e accarezzandomi
"Mi dispiace, sono stato troppo duro, sei stata bravissima"
"No, dispiace a me, perchè non ho resistito" gli dissi sommessa
"Ma resistito di cosa? Non è una gara e non hai nulla da rimproverarti, anzi, sono io che forse ho spinto troppo con te!"
"No, no Mauro, non è colpa tua, ci sarei rimasta male se mi avessi trattata con riguardo, invece volevo proprio che mi portassi al limite, ma speravo di poter durare di più"
Restammo a parlare tutta la mattinata. Demonizzai l'accaduto parlandone e raccontando loro cosa avessi provato tutto il tempo.
Il fine settimana restammo alla baita e ci riposammo. Mauro e Rosy non fecero altro che coccolarmi tutto il tempo.
Il lunedi tornammo di nuovo al resort dove ci aveva già portate. Un luogo incantato dove abbiamo trascorso tre giorni immersi nel verde e in pieno relax.
Quando tornammo verso casa, stavo bene. Qualche segno sulle gambe, ma non avevo alcun dolore e anche i piedi non mi facevano più male come il primo giorno, mentre invece avevo dolore proprio dove la corda mi aveva frizionato la patatina.
Per tutto il lungo ponte di relax non facemmo sesso. Nulla. Abbiamo oziato, bevuto buon vino e mangiato divinamente.
"Sono stata bene con voi, vi voglio bene più di prima e sento che ora siamo ancora più legati" dissi loro arrivati a casa
"Non andrete mica alla baita da soli la prossima volta, vero? Mi portate sempre con voi?" chiesi
"Sei matta? Io in quella stanza delle torture così allestita non ci vado neanche morta... SENZA LA MIA AMICA" disse Rosaria
"Quando fai così mi fai bagnare tutta la patatina" dissi io a Rosy con Mauro diverito dai nostri discorsi
Poi fu Rosy che sussurrò qualcosa all'orecchio del marito, poi gli mise la testa tra le gambe e glielo prese in bocca con tale foga che rimasi imbarazzata
"hey ci sono io qui dietro, ve lo ricordate?"
Era sera ormai ed eravamo appena rientrati da un weekend superlusso, ma la mia amica sa sempre come far spendere soldi al marito.
"Ho detto a Mauro che se non ci porta in hotel a scopare, lo lasciò a metà e non gliela do per tutta la settimana" disse Rosy tirando su la testa.
Ovviamente, passammo la notte insieme.
M.