Seguendo una discussione su twitter mi son venuti in mente una serie di episodi che non avevo ancora raccontato qui sul blog e che a questo punto, val la pena recuperare.
Qualche mese fa io e Mauro andammo a pranzare insieme in montagna in un agriturismo e passeggiando nei pressi del casale, Mauro, notando un oggetto, mi disse "sai com'è fatto quel frustino, amore?"
"Cuoio?" risposi io?
"No, quello è un nerbo di bue ed è fatto con il pene di un bue o toro, essiccato ed allungato".
Andammo a pranzare poi, ma io, intrigata, fingendo di andare in bagno, uscii fuori di nuovo e mi recai dal contadino che stava fuori al casale, riuscendolo a convincerlo a regalarmi quell'oggetto (sono donna, sono carina, ero vestita un po' sexy... diciamo che non mi fu troppo difficile).
Andai subito a metterlo nel bagagliaio dell'auto per poi farlo vedere a Mauro la sera quando tornammo a casa.
Gli fece piacere, ma mi disse pure "sappi che questo credo sia uno strumento di disciplina molto doloroso".
"Beh io pensavo ti facesse piaere averne uno, ma speriamo di non doverlo mai provare!" replicai ammiccando.
Qualche giorno dopo, raccontai a Carla di questo oggetto particolare e lei, che ovviamente ne sapeva più di me, venne un pomeriggio, dopo il lavoro, solo per vederlo.
"Dai su, proviamolo! Voglio sapere cosa si prova!", insistì lei e tanto fece finchè non mi convinse a darle un bel colpo assestato, dopo averle sollevato la gonna.
"AAAAAAAAHI", urlo' lei, "Cavolo se fa male!"
"Dai dallo a me, ti faccio provare!" provando a coinvolgermi ancora. Ma non cedetti
"Ma sei matta? Se mi lasci un segno, e Mauro se ne accorge, che gli racconto?".
"Ma quindi non sei venuta a trovarmi per fare due chiacchiere, oggi, ma perchè sei perversa!" le dissi scherzando
"Ovvio!" rispose senza troppi indugi.
"Voglio procurarmene uno anche io, anche se però fa davvero male. Fammi sapere quando poi le prendi con questo!", continuava la pettegola
"Beh se fa così male, spero non capiti e comunque non è che ogni volta che le prendo mo te lo vengo a dire!", replicai
"eh capirai! Tanto poi lo scrivi su internet!" chiuse lei.
Effettivamente... aveva ragione...
Il momento non tardò troppo ad arrivare.
Qualche settimana dopo dovevano venire a cena dei colleghi di Mauro di cui alcuni anche stranieri.
Se non chè, quel giorno avemmo un alterco su una questione personale per il quale avevo più che ragione di essere arrabbiata, ma durante la cena, non riuscii a placare il mio stato d'animo e fui scortese o comunque, meno cordiale di quanto non avrei dovuto, con Mauro e di riflesso con gli ospiti.
Lui si arrabbio molto dell'accaduto e mi fece segno più volte durante la cena, ma più me lo faceva notare e più io, indispettita, non riuscii a distaccare la questione personale per la serata.
"Questa sera mi hai fatto fare una pessima figura con i miei colleghi", tuonò quando andarono via
Ma io ero ancora arrabbiata e non ero troppo disposta ad essere sgridata
"Meriti di essere sculacciata e ..."
non gli diedi la possibilità di finire, che mi alzai la gonna e abbassasi il tanga
"sisi va bene, fai presto!" con dono indispettito, girandomi di spalle
Lo feci arrabbiare ancora di più...
"Mi prendi in giro? Credi stia giocando? Credi davvero di poterti comportare così con altre persone a cena?" mi prese per un orecchio e mi costrinse a seguirlo in camera
"piegati mai alle caviglie e non muoverti", mi intimò, mentre prendeva il nerbo di bue dall'armadio
io non me ne accorsi, ero già girata e in posizione non ci volle molto che arrivò un colpo deciso e forte.
Provai un dolore così intenso e acuto che scattai in piedi urlando dal dolore.
"No, mi ha fatto malissimo, va bene così"... gli dissi subito stizzita.
"Va bene, amore" replicò lui serio.
Mi ricomposi e andai in cucina.
Ero arrabbiata, per di più avevo ragione io (per quanto concerne la lite prima che venissero gli ospiti), non ero dell'umore per farmi anche punire e trattare come una teenager.
La cosa ovviamente non finì li. Entrambi eravamo arrabbiati, per motidi diversi e per qualche giorno fummo molto freddi uno con l'altro.
Ci stavo davvero male. Volevo che tutto tornasse alla normalità.
Una sera rientrando a casa provai a parlargli e gli dissi
"Sculacciami, ma facciamo pace!"
ma lui fu intransigente... "pensi che dopo una sculacciata si risolva tutto?"
"Mi hai molto deluso e non voglio sculacciarti!!!".
Capii che il problema era la mia assoluta mancanza di pentimento sull'accaduto. Davvero ad un certo punto pensai quel che mi disse, che bastava una sculacciata per poi tornare sereni d'amore e d'accordo.
La sera ero decisa a fargli capire che avevo preso atto di aver sbagliato.
Quando andò a farsi la doccia, al rientro in camera mi feci trovare nuda, in posizione china, con le mani ad afferrar le caviglie e con un biglietto sul letto con scritto
"Perdonami, so di aver sbagliato, so che sono stata scortese a cena, so che sono stata irrispettosa con te e so che merito di essere punita".
Sotto al biglietto il nerbo di bue.
"Conterai 10 colpi", disse senza aggiungere altro e con tono servero
"Se sbagli, riprenderemo da capo".
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mi fece fare un balzo in avanti, il dolore era lancinante e non riuscii minimamente a tenere la posizione.
"AAAAAAAAAAAAAA Uno", gridai
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avevo provato a teneremi le caviglie strettissime, ma proprio non riuscii in alcun modo anche stavolta.
"AAAAAAAAAAAAAA Due", gridai ancora più forte
iniziai a piangere praticamente subito.
"Fa più piano, ti prego! E' inspportabile!", singhiozzai
"torna in posizione"
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mentre ancora stavo assumendo la posizione rigida. Mi piegai sulle ginocchia stavolta e misi le mani sul sedere.
Di tante sculacciate prese in questi anni, quelle con questo nerbo erano davvero le peggiori.
"AAAAAAAAAAAAAAiiiii Tre", piangendo a dirotto ormai, mentre riprendevo la posizione
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"ti prego, basta non ce la faccio più!!!". Piangevo di disperazione.
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Arrivò un colpo tremendo.
Molto più forte degli altri come se i precedenti fossero stati solo appoggiati e non affondati.
Iniziai a saltellare dal dolore, non riuscivo più a resistere.
"Quattro..." sibilai...
"Questo era il quinto!", severo.
Mi spaventai... non avrei potuto ripeterli da capo...
"E' chiaro che non ce la fai più, ma dovevo essere severo e impassibile", prese a sgridarmi
"Voglio che tu ricordi questa punzione, perchè non voglio che accada mai più quel che è accaduto qualche giorno fa".
"Ti giuro amore, me la ricorderò, non resisto più, basta ti prego", replicai piangendo
"Va bene così. Importante è che tu abbia compreso di aver sbagliato", insisteva
"si amore, si... ho sbagliato" continuai andandolo ad abbracciare.
Che errore tremendo fu farmi regalare quel nerbo. Quanto male mi fece. Sul sedere si fecerò 5 lividi in rilievo belli doppi che mi rimasero per svariati giorni.
Fu durissimo con me e di fatto, per uno o l'altro motivo, andò in secondo piano il fatto che io ero arrabbiata per ben altro e che ne avevo ben ragione.
Io, però non lo dimenticai e per ben più di un mese non feci sesso orale con lui. Non so se abbia mai capito che lo facevo per rivalsa, ma credo che in cuor suo
sentisse che qualcosa non mi era andato giù e che lo stavo facendo apposta. Del resto è uno dei pochi strumenti che abbiamo noi donne per poter "castigare" i nostri
mariti... che non sempre hanno ragione. Relazione di domestic discipline o meno.
Interruppi l'astinenza una mattina che mi venne una voglia irrefrenabile. Lo fermai mentre usciva dalla porta glielo tirai fuori dai pantaloni e fui tanto "vorace" da parere che quasi mancasse più a me che a lui. Ingoiai e tornai a ripulirglielo fino all'ultima goccia.
Poi, con ancora il suo sapore in bocca, gli dissi "ora possiamo andare a lavoro"...
Un po' come a dire "vabbè ti ho perdonato anche io..."