In settimana abbiamo avuto ospiti a cena una coppia di amici con i quali abbiamo discusso del funzionamento della nostra relazione in quanto fortemente interessati all'argomento.
Con Valeria ho parlato tanto di come fosse iniziata e come sto vivendo ora la disciplina domestica.
Le ho detto quanto è dura alle volte, ma anche di tutti i benefici che ne traggo, sia individualmente che come coppia. La nostra relazione è schietta, spontanea, senza tabù, senza silenzi imbarazzanti e dissapori in sospeso.
Io mi affido a lui per ogni scelta, mi concedo a lui con desiderio in certe occasioni e riverenza assoluta in molte altre e se all'inizio ho dimostrato una certa resistenza a doverlo ammettere, ormai sono la sua sottomessa al 100% e ne sono orgogliosamente fiera.
I "vanilla" non possono capire il nostro rapporto, chi è al di fuori del contesto è portato a pensare a noi come una coppia strana, ma dal nostro punto di vista è il contrario, per noi
è molto più strano sapere di un marito e una moglie che non parlano per giorni, non fanno sesso accampando scuse e tanti altri comportamenti che tra due persone innamorate e piene di desiderio non dovrebbero mai esserci.
Valeria mi ha raccontato che il marito, amico di Mauro, le ha voluto proporre di iniziare la strada verso questo stile di vita e che di recente hanno visto insieme due film che trattano l'argomento sottomissione e bdsm: Histoire d'O e la trilogia di 50 sfumature, ma che se per alcune scene ha provato "interesse", per molte cose ha provato un forte senso di distacco.
Io non ho mai visto né uno né l'altro film, ma ovviamente ne ho sentito parlare e ne ho lette di cotte e di crude, volendomi documentare dopo aver ricevuto, inaspettatamente, la mia prima sculacciata da Mauro anni fa. Le ho proposto quindi di vedere insieme il più facilmente reperibile dei film per poi poterne parlare.
Devo dire che ho trovato la trilogia di cinquanta sfumature (abbiamo fatto una maratona in due serate), disponibile su prime video, una storiella d'amore molto teen drama, con spunti bdsm, ma... Non ci siamo per niente! A parte il fatto che le sessioni mostrate sono roba da 14 enni alle prime armi, ma poi il fatto di dover giustificare la perversione del ragazzo con la violenza subita in età adolescenziale è davvero imbarazzante.
Il contratto poi! Una cosa che può andar bene giusto perchè lui è un miliardario che non vuole rischiare di finire in uno scandalo con la prima che capita, ma tra due innamorati, sposati, CONSENSIENTI, ADULTI, non è necessario alcun contratto.
Io non soddisfo ogni desiderio di mio marito perchè ho firmato un contratto (no, quello di matrimonio è un'altra cosa e non prevede la sottomissione) lo faccio perchè desidero farlo.
La scelta di affidarmi completamente a lui è fiducia incodizionata elemento cardine della relazione DD.
Io so che lui non mi farebbe mai nulla che io non possa sopportare o che mi segni permanentemente, cosi come so che ad un mio cenno di dissenzo non esiterebbe ad interrompere qualsiasi pratica, sia essa ludica o disciplinare. Il fatto che io non abbia mai dovuto usare un sistema di safeword con lui e che non ne abbia mai avuto alcun bisogno, né desiderio di poterlo utilizzare, rafforza ancora di più la fiducia nei suoi confronti e il desiderio. Questo, nel corso del tempo mi ha anche permesso di andare oltre i miei limiti sempre più oltre, fino a ricevere punizioni decisamente umilianti e dolorose, senza mai alcuna remora o rimpianto.
Nonostante tutto, ho più volte detto a Valeria "nella relazione lui ha il ruolo dominante, ma in realtà sei tu che decidi ogni cosa, lui non ha alcun potere divino su di te che tu non gli abbia voluto concedere".
"Quando decide di punirti, ti fa male?" mi ha chiesto
ed io le ho risposto "si, molto, ed ogni volta come fosse la prima; non ci si abitua mai"
"e non è umiliante?" continuava
"fa parte della punizione, fa parte del rito, non puoi farci nulla. Si è umiliante, specialmente le prime volte, ma questa è una cosa che con il tempo impari a dominare. Le prime volte son rimasta a pensare alla punizione per giorni e a ripercorrere ogni momento nella mia testa, per demonizzarla e per superarla".
Lei mi ha ascoltata attentamente. Era piena di domande, dettate dall'interesse, ma era anche molto titubante.
"Venire qui a parlarvene per me è stato uno sforzo enorme, ma so che Filippo ci teneva molto e tu ti sei comportata da grande amica, aiutandomi a comprendere" mi ha detto.
Non le ho detto nulla del blog, mi ha chiesto dettagli su quel che intendo per sessioni più intense, per punizioni insopportabili e ho preferito evitare che scoprisse tutto così rapidamente. Io ho avuto un percorso che mi ha portata ad avvicinarmi a certe situazioni più estreme, una neofita curiosa, decisamente più vanilla che kink addicted, potrebbe non capire certi racconti.
Le ho suggerito, però, di dargli una possibilità
"Permettigli di sculacciarti, permettigli di metterti sulle ginocchia, provaci, ma non permettergli di pensare che tu sia la sua marionetta e non permettergli di punirti per cose dozzinali che possono sembrare solo un espediente per metterti sulle ginocchia, perchè se devi prendere la cosa sul serio tu, deve farlo prima di ogni altra cosa, lui".
"Le prime volte saranno per te le più indimenticabili, perchè sarai pervasa da sensazioni nuove e diverse a partire dal dolore, sarà importante che tuo marito lo comprenda pienamente".
Poi ho aggiunto
"Lo sforzo più grande sarà far crollare ogni inibizione, ma vedrai che se ci riuscirai ne godrai tantissimo, la vostra vita intima acquisirà una nuova dimensione, ma pian piano devi accantonare ogni barriera".
Ho avuto piacere di conoscere questa ragazza. Lei è più giovane di me di qualche anno, graziosa, timida, silenziosa. Credo che ci proverà, l'ho vista molto confortata dalle mie parole.
Non chiedetemi di raccontare ciò che forse non verrà mai a raccontarmi, sono certa che avremo modo di conoscerci meglio, ma questo resta il mio diario, che già qualche volta ho dato in prestito alla mia più cara amica Martina, e tale resterà.