Mi venne proposta la possibilità di cambiare lavoro, migliore stipendio, nuovi stimoli, e l'euforia mi fece dimenticare che non sapevo guidare e soprattutto, non avevo una macchina mia! Avrei dovuto iniziare "lunedi" la nuova avventura... solo che era venerdi!
Mauro, al tempo ancora il mio fidanzato, non si fece problemi! Sempre disposto a starmi accanto e ad aiutarmi, mi disse: "non preoccuparti, la mattina ti vengo a prendere io, ti porto qui e poi vado a lavoro e la sera ti vengo a riprendere e ti porto a casa!".
Il posto era molto fuori dal centro città, una buona cinquantina di km da casa mia.
Per quasi due mesi, Mauro venne a prendermi e a riportarmi a casa e quando possibile mi insegnò a guidare (ero già patentata, ma non avevo più guidato dopo l'esame per la patente).
Quando mi sentii sufficientemente a mio agio comprai con i miei risparmi una macchina nuova e iniziai ad andare a lavoro da sola, se non che un giorno, per prendere il cellulare scivolatomi a terra, sterzai e finii per incastrare la macchina a bordo della superstrada (per fortuna era una curva lentissima e tutto avvenne quasi a rallentatore).
Andai in panico, chiamai subito Mauro spiegandogli brevemente l'accaduto... non ebbi il tempo di parlare che lui si precipitò, in barba ai limiti di velocità (e probabilmente a quelli della Fisica), a prendermi in men che non si dica. Cambiò una gomma distrutta, ci scambiammo le auto e andammo pian pianino fino ad un'officina di un suo amico.
Tornati a casa raccontai a Mauro dell'accaduto, che mi ero distratta e che non mi ero neanche accorta di aver "urtato un pochino" il guard rail.
"Ma come, ti avevo detto che agli inizi era imprudente usare il telefono anche in viva voce, perchè è sempre una fonte di distrazione!!!", mi disse severo (era palesemente preoccupato e agitato per l'accaduto, più conscio di me di quanto abbia rischiato veramente).
Io, sempre sulle difensive e mai remissiva, non risposi con un "mi dispiace, ho fatto una fesseria", ma con un immaturo "amore, ma io mi annoio a guidare per tanto tempo, per questo stavo al telefono con la mia amica"...
Questa fu la scintilla!!! In un batter di ciglia mi trovai stesa sulle sue ginocchia, gonna alzata a ricevere una serie in rapida successione di sculaccioni. Non sapevo che fare o che dire. Durò poco, ma restai così basita da non sapere cosa dire. Mi faceva male il sedere, ma la sensazione fu per me così nuova, inattesa, imprevista da farmi ammutolire.
"Mi hai fatto preoccupare da morire e non ti sei resa conto che a 40km all'ora ci si può uccidere o uccidere qualcuno", mi gridò severamente dopo avermi fatta rialzare
"Ti avevo detto che il cellulare non dovevi tenerlo neanche a portata di mano, ma in borsa! Ma fai sempre di testa tua!!!"
Poi mi strinse come se fossi mancata da casa per anni! Mi strinse forte, i toni si placarono, mi iniziò a parlare con tono rassicurante e caldo, come fa sempre con me; facemmo l'amore e fu bellissimo.
Infine mi accompagno' a casa e per un altro mese, riprese a venirmi a prendere alle 6 del mattino e a fare la navetta, mentre in officina riparavano la mia macchinina nuova fiammante... un po' acciaccata.
Non ero mai stata sculacciata! Sapevo cosa fossero, per carità, ma non le avevo mai prese.
Altre volte era capitato di ricevere qualche buffetto da Mauro nell'intimità, ma nulla che possa essere identificato come "sculacciata".
La cosa però finì li... mi rimase in testa (beh, del resto lo sto ridescrivendo qui), ma non capitò più di parlarne fino a...