Ieri sera è accaduta una cosa che non si verificava da tempo, ho finito di lavorare tardi, mio marito era già in casa da un po',ma mi sentivo nervosa ed infastidita da tutte le seccature
che erano saltate fuori all'ultimo momento.
Mauro aveva già iniziato a cucinare e si rivolse a me gentilmente, provando a distogliere la mia attenzione dalla giornata lavorativa, ma fui inaspettatamente scontrosa con lui e non una sola volta, tale che l'epilogo fu
"Rosaria, basta così, non tollero di tornare a casa e ricevere sgarbi. Tira giù i jeans e vieni immediatamente sulle mie ginocchia!" mi intimò.
Non ero dell'umore giusto, ma mi avvicinai a lui infastidita e tirai giù i jeans sbuffando. Mauro a quel punto prese i miei slip e li tirò giù con un unico strattone tirandomi giù sulle sue ginocchia e in men che non si dica iniziò a sculacciarmi fortissimo e velocissimo su entrambi i glutei.
Non trattenni le urla neanche per un momento, mi dimenai e urlai sin da subito, ma più opponevo resistenza, più Mauro mi stingeva i fianchi per tenermi buona e mi sculacciava con forza.
Per due, forse tre minuti presi tante di quelle sculacciate e così frequenti e dolorose che non le contai, ma ogni colpo mi faceva tanto male che non riuscivo a sopportarlo.
"Va a metterti immediatamente all'angolo e non muoverti, altrimenti ne prendi ancora!"
mi sgridò facendomi alzare in piedi e indicandomi l'angolo della stanza. Piangevo a dirotto e mi aveva fatto davvero malissimo, così replicai con capriccio
"no, non ci vado" sbattendo i piedi a terra.
"Rosaria fa come ti dico immediatamente o sarà peggio per te" continuò a sgridarmi severamente.
"No, non ci voglio andare faccia al muro" dissi ancora indispettita, strofinandomi il sedere.
Mauro a quel punto sfilò la cintura dai pantaloni e presami per un braccio mi trascinò sul bordo del divano dove mi costrinse china in avanti, poi iniziò a frustarmi con la cintura
anche questa volta, con colpi molto forti e uno di seguito all'altro in rapida successione tanto che sentivo il sedere paonazzo sempre più dolorante nel giro di pochi istanti.
Mi impartì una sonora dosa di cinghiate incurante dei miei lamenti e del mio pianto irrefrenabile e questa volta non smetteva più...
"Vado all'angolooo, vado all'angoloooo, bastaaa" iniziai ad urlare, mentre continuava senza sosta ad assestare cinghiate sul mio sedere.
Si fermò e inizio a inforcare di nuovo la cinta tra i passanti, mentre io a capo chino mi diressi all'angolo.
"Non permetterti mai più di disobbedire" disse Mauro mentre io, impalata ad osservare il muro con in jeans ancora alle caviglie risposi "scusami amore".
Restai a piangere per un po', poi mi calmai e iniziai a ripensare a quanto accaduto. Accantonai ogni pensiero, ogni sensazione che avevo raccolto dentro tutta la giornata
era scivolata via... mi calmai e restai ancora li in silenzio. Dopo qualche minuto, Mauro mi chiamò a se ed io andai ad abbracciarlo, poi mi baciò con passione
e infine, stendendomi sul tavolo, iniziò a scoparmi.
Restammo li per un po', poi mi prese per portarmi a letto e scoparmi nel modo che più adoro, stando faccia a faccia e guardandomi negli occhi mentre mi faceva gemere e godere.
Lui era eccitatissimo ed io al settimo cielo, scesi tra le sue gambe e con tutta la passione che potevo metterci, gli feci un pompino fino a farlo venire dentro di me e tanto era il
desiderio e la passione che continuai ancora e ancora, ben oltre aver ingoiato il suo seme. Quando mi fermai lo guardai negli occhi e gli dissi "grazie", poi sgattaiolai a fare una doccia calda.
Sto scrivendo questo racconto con il sedere così pieno di lividi che ad ogni piccolo movimento sulla sedia ricordo vividamente quanto accaduto la sera prima e pensandoci ho solo un forte desiderio di toccarmi il clitoride.
Stasera potrei voler fare di nuovo un po' di capricci!