Questo weekend siamo stati alla baita, Mauro aveva promesso a me e Martina che avremmo trascorso un lungo weekend insieme. Come di consueto, quando siamo in direzione della baita, per aumentare ancora di più la tensione erotica, qualora non bastasse (sarcasm!), Mauro ci priva completamente degli indumenti, di ogni indumento sin da casa, poi ci fa indossare il plug e la gagball per tutto il viaggio tenendoci le mani legate con una spessa corda. Non ci dice mai cosa ha in mente, lui chiede e noi eseguiamo sommessamente, ma sempre con quel brivido dentro che ci fa ribollire dall'eccitazione.
Giunti alla baita faceva davvero freddissimo fuori, ci ha fatto indossare i nostri lunghi e caldi cappotti invernali per poi prenderli di nuovo appena entrati in casa, ma scalze percepimmo il freddo pungente.
La casa era già calda e da li a poco Mauro avrebbe anche acceso il caminetto. Sfilati i plug e rimosse le gagball ci posizionò all'ingresso sugli attenti, con le mani protratte in avanti come a mantenere qualcosa, poi prese due candele rosse, le accesse, ce le porse e disse
"Resterete qui immobili e senza emettere un suono fino a nuovo ordine, abbiamo ospiti questo weekend mi aspetto da voi massima ubbidienza. Vi dirò io quando potrete andare in bagno, non vi sarà concessa la libertà di andarci autonomamente. Dormirete qui in salotto e sarete le ultime ad andare a dormire e le prime a svegliarvi, la mattina preparerete la colazione per tutti poi tornerete immobili con una nuova candela tra le mani attendendo nuovi ordini, tutto chiaro?"
"Si Signore" rispondemmo all'unisono, posizionandoci come richiesto. Nella mia testa ronzava il pensiero che avremmo avuto degli ospiti e tanto per cambiare io e Martina saremmo state esibite completamente nude.
Ci sono momenti in cui la nudità non mi mette soggezione, ma essere esposta ad estranei, fa sempre un certo effetto. Mentre Mauro era uscito a prender la legna io e Marti ci guardammo negli occhi in cerca di consenso l'una dall'altra, poi tornammo in posizione.
Gli ospiti arrivarono da li a poco e fu Mauro ad accoglierli, un ragazzo sulla quarantina alto ben vestito e una donna al suo fianco, vestita di tutto punto e dall'aspetto austero. Ci presentò Mr. C (scoprii solo in seguito che la C sta per Christopher) e Mrs Sophie, due maestri Shibari inglesi che Mauro ha conosciuto durante una serata e con i quali è rimasto in ottimi rapporti.
"Sarete al loro completo servizio per OGNI cosa", disse in inglese, in modo che potessero sentire anche gli ospiti.
Noi rispondemmo con un fermo "Yes Sir".
Non ci volle molto che Sophie, preso possesso di una camera da letto, tornò giù e con fare imperioso e distaccato prese il mio guinzaglio e mi fece mettere ai suoi piedi. Voleva subito imporre il suo dominio su di me e non si può immaginare quanto per me sia difficile sottomettermi a qualcuno che non sia mio marito, men che meno ad un'altra donna.
Qui non era come con Luisa, non era questione di disciplina, ma proprio di sottomissione. Quello era il volere di mio marito e mi prostrai ai piedi della donna che brandiva il mio collare.
Mio marito e Mr. C intanto stavano usando Martina, messa carponi avanti al divano, come poggiapiedi, chiacchierando.
Sophie dopo avermi costretta a leccarle gli stivali, mi portò avanti al divano, mi fece stendere di schiena sul largo tappeto e iniziò a legarmi con una spessa corda le gambe insieme alle braccia, costringendomi a stare completamente piegata su di me con le gambe all'indietro e il sedere completamente all'aria. Una posizione decisamente scomoda, considerando che non sopportavo di esser legata in modo tanto vincolante.
Accese una candela e iniziò a farmi gocciolare cera calda lungo le gambe, poi mi inserì la candela analmente lasciandola li a gocciolare e a farmi sussultare ad ogni goccia bollente che toccava il mio perineo e la mia patatina, il tutto mentre i due uomini continuavano a chiacchierare indisturbati.
Terminata la candela, Sophie mi slegò completamente e fu Mauro ad ordinarmi di andare a preparare il pranzo. La sensazione di tutta quella cera era scomodissima, avrei voluto grattarla via, sarei dovuta andare in bagno, ma non potevo!
Cucinai per tutti, ma io e Martina fummo costrette a mangiare in ginocchio da delle ciotole poste in due angoli della stanza, cosi gli ospiti poterono godere della bella vista dei nostri fondoschiena per tutto il tempo.
Dopo pranzo ci fu permesso di andare in bagno, cosi salimmo al piano di sopra e riuscimmo a rilassarci qualche minuto. Martina era visivamente super contenta disse "sono eccitatissima, lascio che tutto scorra senza pormi domande, mi piace".
Devo dire che in fondo la pensavo anche io allo stesso modo, cosi tornammo al piano di sotto e ci ripresentammo al nostro padrone e i nostri ospiti. Mauro volle mostrare ai due ospiti in che modo aveva attrezzato il fienile, cosi fummo prese al guinzaglio e portate, passando per forza dall'esterno al freddo, ma per fortuna appena arrivate nel fienile, l'ambiente era molto caldo. Mauro aveva fatto installare una grossa stufa dalle fattezze di un camino e aveva cambiato tutti gli infissi alle vetrate per migliorare l'isolamento.
Notai anche, dall'ultima volta che siam venuti qui, l'installazione di 2 gabbie in metallo in un angolo e di altri supporti per "divertirsi".
Mr. C, prese Martina e iniziò a legarla completamente, creando intorno a lei come un corpetto, ma lo faceva dolcemente in silenzio e devo dire che la stessa Martina era bravissima, perchè non opponeva nessuna resistenza.
Sophie con me era più rigida, iniziò anche lei a legarmi, ma lo faceva in modo più nervoso, ma io al contrario di Martina, non amo essere costretta dalle corde, quindi non riuscivo a rilassarmi completamente. Mi legò le braccia dietro alla schiena, ferme come fossi con una camicia di forza, mi fece indossare la gagball, poi tese una corda orizzontalmente da un lato all'altro della stanza, sfruttando due cavalletti contrapposti della stessa altezza, poi mi prese al guinzaglio e mi costrinse a camminare lungo questa corda, che però era posta tra le mie gambe ed alla quale erano stati fatti decine di nodi. La corda fregava contro il mio sesso in modo molto doloroso, per ridurre il più possibile lo sfregamento, provavo a camminare sulle punte il più possibile, ma non riuscivo a non fermarmi per riprender fiato, ma ogni volta che rallentavo lei mi strattonava con il guinzaglio costringendomi anche a star più giù a terra. Giunta alla fine della corda mi liberò e non riuscii a non raggomitolarmi a terra per il dolore che avevo tra le mie gambe, ma Sophie non fu per niente clemente, mi prese per il guinzaglio e portandomi carponi verso una delle gabbie, mi ci chiuse dentro, poi si mise a sedere di fronte a Martina e Mr. C che intanto l'aveva sospesa alla trave in alto.
Io restavo completamente rannicchiata a contorcemi dal bruciore, quando Martina fu poi fatta scendere per essere slegata dall'imbracatura intorno al corpo, ma con i polsi legati venne riappesa di nuovo alla trave orizzontale in alto.
Mr. C prese una frusta spessa e non troppo lunga, credo in pelle osservandola da lontano o forse in silicone, insomma, non una snake (non conosco i nomi né tutti i tipi di fruste, a quanto pare Mr. C ha qualche strumento che noi non abbiamo), con Martina sulle punte dei piedi tese all'estremo per poggiar terra arrivò un colpo sul sedere tremendo tale che Martina urlò a pieni polmoni.
Subito girai lo sguardo verso Mauro che nel frattempo stava osservando Martina e con la quale ebbe un silenzioso cenno di intesa. Arrivò ancora un altro colpo e di nuovo Martina gridò fortissimo, da farmi accapponare la pelle percependo indirettamente la sua sofferenza.
Sophie mi prese dalla gabbia e mi portò all'esterno. Faceva freddo, molto freddo, mentre uscivamo dal fienile sentii ancora un altro urlo di Martina, poi chiudemmo la porta e ci allontanammo. Tremavo dal freddo. Mi legò ad un albero, spalle alla corteccia con le mani indietro ad abbracciarlo, poi mi legò anche le caviglie, leggermente divaricate
facendo passare la fune intorno al tronco in modo che una caviglia tenesse ferma l'altra.
La corteccia era ruvida e gelida e umida. Sophie sfilò dalla cintura una snake e dopo averla fatta vibrare un paio di volte...
FFFFFFFFFFFFFFFFIUU
mi fece arrivare un colpo sul seno, pungente e dolorosissimo. Raramente vengo colpita sui seni e trovo che sia uno dei posti dove meno sopporto il dolore. Mi frustò ancora sul ventre e poi sulle gambe, distribuendo una decina di segni in tutto il corpo e facendomi fremere ogni volta che le vedevo alzare il braccio. Prese il suo tempo per torturarmi un po', tra un colpo e l'altro mi girava intorno e mi toccava con il dorso della frusta nei punti dove aveva centrato il bersaglio.
"Andiamo in casa, qui fa freddo" mi disse (in inglese, ovviamente, ma qui riporto tutto in italiano), pensai "cavolo, e te ne accorgi solo ora che fa freddo? io sono nuda, tu hai il cappotto il vestito, gli stivali... maledetta sadica".
Mi portò dentro casa e salimmo su chiedendomi di prepararle un bagno caldo, sottolineando di nuovo che "aveva freddo". Le preparai la splendida vasca da bagno, mentre lei rimase in camera ad attendere che fosse pronta, poi quando la chiamai, si presentò completamente nuda ed ebbi modo di notare quanto fosse bella, un corpo invidiabile e una eleganza disarmante.
Le feci il bagno, pretese che fossi io a lavarla, cosi poi ad asciugarla e a rivestirsi. Io provai ad assorbire tutto il calore che potevo, ma avrei fatto volentieri una bella doccia calda.
Sophie una volta vestita mi disse "lavati" indicandomi la vasca ancora piena, "entra e fa in fretta", continuò. Entrai subito nella vasca e mi lavai al meglio, visto che ero stata all'aperto nuda sia in piedi che carponi e presi calore, ma la cosa che più mi dava fastidio era il dolore al seno destro e il bruciore nelle mie parti intime che non si leniva.
Sophie intanto rimase ad osservarmi tutto il tempo senza scollarmi gli occhi di dosso.
Quando tornammo giù erano rientrati anche Mauro, Martina e Mr. C., vidi Martina molto provata e notai i tremendi segni che le aveva lasciato sul sedere e dietro alle gambe. Erano di nuovo avanti al camino con i piedi appoggiati su Martina, prostrata avanti a loro. Sophie sedutasi anche lei in poltrona, scelse di usarmi allo stesso modo, come stavano usando Martina,
e fu proprio mettendomi carponi dietro la mia amica che notai che tremava e singhiozzava ancora in silenzio.
Quando ci fu permesso di andare in bagno, parlammo un po'. Martina mi disse che non aveva mai provato tanto dolore e che dopo 5 colpi aveva urlato di smettere, facendo capire a Mauro che non resisteva oltre
"era davvero dolorosa quella frusta, vero?" le chiesi
"non immagini quanto, ogni colpo mi faceva star male, quando è sceso verso le gambe ho fatto capire a Mauro che non potevo resistere oltre"
"Marti, ma se non volevi, perchè non lo hai detto subito?" le chiesi fortemente preoccupata per lei
"No, che dici Rosy, non preoccuparti, passerà, ho provato belle sensazioni anche quando mi ha sospesa con le corde, poi lo sai che non sono resistente come te", mi disse sorridendo. E fu quel sorriso che mi fece star meglio e mi tranquillizzò. Tornate al piano di sotto, ci mettemmo a cucinare per poi cenare nuovamente nelle ciotole poste agli agnoli della cucina.
Come ordinatoci fummo le ultime ad andare a dormire, dopo aver rimesso apposto in cucina e tornate poi in adorazione io di Sophie e Martina di Christopher, li accompagnammo nelle rispettive camere da letto, per poi tornare a dormire in salotto, rannicchiate una all'altra.
La mattina di Domenica, sveglia ben prima dell'alba, ci andammo a lavare e poi subito a preparar la colazione per tutti per poi accompagnare i nostri ospiti che sarebbero tornati a casa.
"Siete state molto brave" ci disse Mauro rientrando in casa.
"Mi avete reso orgoglioso di fronte ai nostri ospiti. Ora andate a rivestirvi, cosi poi mi raccontate le vostre sensazioni provate in questi due giorni"
Cosi facemmo, raccontammo tutto a Mauro entrambe però abbiamo avuto da ridire su una punizione subita e sopportata a testa alta. Io avevo ancora la patatina in fiamme e ho chiesto che non mi fosse più chiesto di subire simili torture
"Non mi opporrò mai ad una punizione se me lo chiedessi, ma non chiedermelo più quando è solo per divertirci, non so per quanto tempo avrò questo fastidio e non posso neanche andare dalla ginecologa, non saprei che raccontarle"
gli dissi, poi fui io stessa a chiedere di non permettere che Martina subisse punizioni tanto severe, considerando quel tipo di frusta, troppo dolorosa da sopportare.
Mauro apprezzò tanto che io fossi stata rigida ad esporre la mia ed era d'accordo con me che entrambi i giochi erano stati molto duri per noi.
Siamo rientrati a casa in tarda serata non prima di aver goduto a pieno delle attenzioni del nostro padrone.
Ho la patatina in fiamme e non so come lenire il fastidio da due giorni, però ho vissuto con piacere il weekend con gli ospiti.