Questo racconto sarà particolarmente lungo e lo accompagnerò con alcune immagini generate dall'AI, provando a trasmettere con qualche dettaglio visivo, le mie sensazioni.
Le immagini generate con AI ho provato a farle creare quanto più accurate possibile, ma non sono basate su fotografie reali, sono solo frutto di un prompt descrittivo
che mi ha permesso di ottenere qualcosa di vagamente rappresentativo. Proverò a riassumere al meglio quanto accaduto, perchè sono successe tantissime cose
e descriverle richiederebbe più tempo di quanto disponga. Come sempre risponderò ad ogni domanda con grande piacere.
In questo lungo periodo intervallato da festività sono cambiate un po' di cose, ho incontrato la persona che forse cambierà la mia vita. Io e Mauro siamo usciti una sera per partecipare ad una serata ad invito, di quelle alle quali bisogna presentarsi eleganti e rispettare certe regole, ma a differenza delle altre serate che ho racontato qui sul blog, questa volta si trattava più di un salotto culturale che una serata BDSM vera e propria.
Non ci sarebbero state croci, gogne e schiocchi di frusta in sottofondo, ma un pacato brusio di persone venute li per confrontarsi e conoscersi. Serata piacevole, io e Mauro ci intrattenemmo con un paio di coppie a chiacchierare, sorseggiando champagne in quella che poteva definirsi una bella e serena serata elegante tenuta in uno sfarzoso e antico salone nel cuore di Napoli, non fosse che per l'interesse che accomunava più o meno tutti gli invitati.
Ad un certo punto entrò nella stanza una donna elegante, splendida, dal portamento di una regina, castana, alta più o meno come me, con gli occhi scuri e profondi e lo sguardo austero.
Non era possibile non percepire la sua presenza. La donna, molto nota nei salotti della Napoli bene, è la proprietaria della casa in cui eravamo ospiti e per evitare ogni altro possibile riferimento a lei, mi limiterò a citarla solo ed univocamente con il titolo nobiliare, del quale non smentirò ne confermerò se sia corretto o meno.
La Contessa si avvicinò a tutti intrattenendosi brevemente con ciascuno dei presenti, si soffermò molto con me e Mauro, che a quanto pare conosceva bene e avemmo modo di raccontare di noi, della nostra relazione e dell'evoluzione della stessa nel corso del tempo. La Contessa manifestò molto interesse in me, tanto da propormi di diventare una sua allieva. Proprio così, ci propose di far di me "la più elegante e raffinata versione di me stessa", diventando una sua allieva.
Io e Mauro fummo molto intrigati dalle parole della Contessa e continuammo ad approfondire i dettagli della proposta con grande favore.
La sera tornati a casa fui io stessa a rendere partecipe Mauro del mio interesse nella proposta, consci che sarebbe stata una nuova sfida da affrontare per entrambi. Ovviamente qui non sto raccontato ogni singolo particolare della serata, per non dilungarmi troppo, ma l'accordo con la Contessa mi ha cambiato la vita e voglio raccontare quanto accaduto già in due soli incontri.
Ogni Sabato mattina devo presentarmi a casa sua alle 7.00 in punto e trascorrere l'intera giornata con lei, salvo eventuali necessità lavorative o viaggi, dovrò andare da lei almeno una volta a settimana, senza alcun limite di tempo prestabilito.
L'impegno non è vincolante, ma considero una grande occasione poter essere allieva della Contessa e ho deciso di affrontarla con il massimo della dedizione.
Appena arrivata nella grande, sfarzosa ed elegantissima casa, il maggiordomo (si, ha il maggiordomo e altri domestici in casa sempre al suo servizio) mi ha accolta e accompagnata in un salottino, dove poco dopo è giunta La Contessa, elegantissima, con in mano un lungo e spesso bastone, che ha iniziato a spiegarmi in che modo vuole fare di me la mia versione migliore e tutte le regole che avrei dovuto seguire li in casa e successivamente anche nel quotidiano.
Per prima cosa mi ha chiesto di spogliarmi di ogni indumento, mi ha fatta mettere di fronte a se e dopo avermi squadrata da cima a fondo e ispezionata nei minimi particolari, mi ha detto "Stai indossando il più bello ed elegante abito da sera, dovrai imparare a sfoggiarlo con disinvoltura. La nudità per te non deve essere motivo di imbarazzo".
Poi iniziò ad elencarmi una serie di lacune che per lei erano da colmare nel più breve tempo possibile.
"Dobbiamo correggere la tua postura, il tuo portamento, poi dobbiamo lavorare su questi glutei e questi fianchi, inoltre non transiggo sulla cura personale che dovrà essere sempre maniacale".
Io ascoltavo in totale silenzio, mentre continuava
"Sarai punita per ogni impefezione e così ogni volta che ne evidenzierò una e questo già a partire da oggi", continuava squadrandomi da cima a fondo. Ero perfettamente cosciente che La Contessa fosse dedita alle punizioni corporali, lo davo per scontato, ma continuavo ad ascoltare ogni singola parola con devozione, senza emetter fiato, desiderosa di affrontare questa nuova esperienza con il miglior entusiasmo.
Quando mi disse "bisogna lavorare su questi glutei e questi fianchi", mi fece quasi sembrare come fossi inadatta, eppure faccio nuoto ad ottimi livelli da anni e ho un fisico davvero tonico
e tutt'altro che "rivedibile", eppure aveva avuto modo di rimarcare anche quello. Non tollerò alcune imperfezioni nel modo in cui avevo depilato la zona intima "E' nei dettagli che ci si distingue, non importa che tu ti depili completamento o meno, ma non voglio vedere un solo pelo in disordine".
Non chinai la testa per controllare, ma ero più che sicura di essere davvero molto in ordine, visto che prima di presentarmi in quella casa avevo dedicato al mio corpo l'intero pomeriggio del venerdi.
"Imparerai che le imperfezioni non sono tollerate".
Finita l'ispezione estetica, iniziò a farmi domande personali e a dettare le prime regole che avrei dovuto imparare a seguire da li in avanti nella vita di ogni giorno. "Dovrai imparare che una signora, deve rispettare delle regole, pertanto dovrai modificare le tue abitudini. Sei libera di non rispondere alle mie domande o di mentirmi, ma sappi che so riconoscere bene una persona che mente e se non avrò fiducia in te non potrai più essere una mia allieva". Io annuivo con la testa, mentre continuavo ad ascoltare in silenzio. "Ricorda, tu sarai al di sopra di ogni cosa, sarai sottomessa a tuo marito, ma la tua sottomissione è devozione, il tuo obiettivo deve gratificarlo, dovrà desiderarti incessantemente per il resto della vita, desiderarti ogni altra cosa".
Entrava sempre più nel personale, fino a farmi un vero e proprio questionario
"Ti masturbi"? "Si signora" le risposi. "Una signora non si masturba, soddisfa le proprie necessità attraverso il suo uomo. Se ne hai desiderio, va da lui".
"oh cavoli, come glielo dico che mi masturbo spessissimo" pensai. "Pratichi sesso orale?". "Si Signora" risposi ancora, "Anale?", "Si Signora" di nuovo. "Da ora in avanti, non ti sarà più permesso", disse severa, "Signora, posso...?" sussurrai in attesa di conferma per poter prendere la parola, "Certo, Rosaria, puoi chiedermi ogni cosa" rispose La Contessa, dandomi quindi la possibilità di replicare. "Signora, mio marito adora il sesso orale, perchè dovrei privargli questo piacere?" chiesi, "E a te piace praticarlo?" chiese lei, "Io adoro praticarlo con mio Marito, Signora". "Bene, lascia che un'altra delle ragazze a lui devote, lo soddisfi, la tua devozione verso di lui prevede che sia lui a trarne benefici, non tu.
Se praticherai con lui sesso orale o anale, gli chiederai successivamente di castigarti severamente e finchè sarai mia allieva, mi riporterai tutte le infrazioni che avrai fatto durante la settimana così che io prenda provvedimenti. Ogni volta che verrai, io ispezionerò il tuo corpo, come ho fatto oggi, se avrai ricevuto punizioni corporali da tuo Marito, ne riceverai altrettante da me. Una signora, non si fa punire dal marito, fa in modo che questo non accada, perchè una signora non si comporta da ragazzina viziata".
La lunga ramanzina continuava e per quanto estrema, recepivo ogni parola assorbendola dentro di me con grande interesse. Percepivo che qualcosa stava cambiando e che il mio percorso stava avendo una svolta importante.
"Signora, lei sa che io e mio marito pratichiamo anche sessioni per nostro diletto, dovrei negargliele?" chiesi con tono perplesso. "Ricorda, non esiste diletto, al di fuori del sesso con tuo marito, che non preveda una punizione, ogni volta che praticherete sessioni che non siano educative, dovrai ricevere una punizione e sarai tu stesssa a chiederla e ne porterai i segni con pentimento e orgolio.
Quando raccontai della presenza di Luisa nella nostra vita fu profondamente infastidita.
"Finchè lavorerà con voi, non voglio assolutamente che tu finisca per esser punita da questa domestica, dovesse accadere, riceverai da me la più severa delle punizioni. Sarai elegante ogni giorno, indosserai scarpe eleganti ogni giorno, la tua figura deve esssere impenetrabile e il tuo comportamento ineccepibile". La Contessa, mi spiegò in che modo avrei dovuto vestire ogni giorno vietandomi ogni genere di indumento "frivolo". Per lei non esistono ballerine, sneakers, jeans, magliette, da ora in avanti avrei dovuto vestire sempre e solo elegante, distinta, con i capelli perfettamente in piega, tanto che "La mattina ti alzerai sempre un'ora prima di lui, perchè tu non dovrai mai mostrarti inappropriata" mi disse.
"Signora, posso farle una domanda personale?" le chiesi e lei mi rispose "certo, chiedi pure". "Lei ha mai ricevuto punizioni corporali?" fui molto sfacciata, ma ero nuda di fronte a lei da almeno un'ora, ferma ad ascoltare tutte le regole che avrei dovuto seguire e tutto il piano di studi che avrei dovuto affrontare con lei, il pudore lo avevo messo alle spalle da un po'. "Certamente, ma sono anni che non accade e voglio che per te sia lo stesso. La versione migliore di te stessa, non riceverà più punizioni, al più un giorno sarai tu ad impartirle alle tue sottoposte". "Signora, io nel corso del tempo ho imparato a divertirmi con le sculacciate e anche mio Marito, potrebbe aver desiderio di farlo, non dovrei permetterglielo?". "Cara, come ti ho già spiegato, tuo marito potrà correggerti ogni volta che lo riterrà opportuno, sei tu che dovrai fare di tutto perchè questo non accada e io ti aiuterò in questo intento. Se desidererai un giorno ricevere una sculacciata, potrai farlo principalmente per essere disciplinata a dovere, chiedendo a tuo marito di correggerti adeguatamente oppure potrai venire da me, ma vedrai che non desidererai più ricevere punizioni. Imparerai col tempo".
Continuai a farle domande, dopo oltre 6 anni dall'inizio della relazione di disciplina domestica, dalla mia prima sculacciata, stavo per cambiare radicalmente, di nuovo, il mio modo di affrontare la giornata.
"Rosaria, ora assumi la posizione e preparati a ricevere la tua prima bastonatura". "Si Signora", come da abitudine, divaricai leggermente le gambe, mi piegai in avanti e afferrai le caviglie, in attesa di ricevere il primo colpo.
"Non è così che riceve una punizione una Signora, le gambe le aprirai solo in intimità con tuo marito, piegati leggermente in avanti con le mani sulle ginocchia"
(notare bene, la foto è generata con AI, non è proprio fedelissima, ma molto somigliante, ovviamente non indossavo nulla, se non le scarpe, ma con l'AI non è permesso creare immagini di nudità o esplicite).
La Contessa mi sferrò un colpo con quel suo spessissimo bastone. Fu in quel momento che mi resi conto che non avevo mai ricevuto davvero una punizione, perchè mi fece così tanto male da non riuscire ad evitare di mettermi in piedi, toccarmi il sedere ed urlare fortissimo. "Le signore accettano la punizione in silenzio, senza fare tutte queste moine, torna in posizione" mi disse con tono severo, ma pacatissimo. "Si Signora" le risposi ancora dolorante. Anche il secondo colpo, mi fece trasalire. Non riuscivo a stare in posizione e non riuscivo a non urlare, "Signora, così non resisto" dissi girando la testa verso di lei. "Non essere sciocca, torna in posizione, per questa volta ne riceverai solo altre due". "Si Signora" replicai per tornare in posizione.
Non riuscii a resistere a neanche un colpo senza scattare in piedi e urlare. "Imparerai che le signore non strepitano come cornacchie quando vengono disciplinate, ora torna qui di fronte a me e resta in piedi, con le mani lungo il corpo e perfettamente eretta a testa alta". Tornai in posizione, ma stavolta volle insegnarmi a restare meno rilassata di come ero stata fino a quel momento, più sugli attenti, spalle aperte, testa alta e immobile. Avevo un dolore terribile al sedere, ma ero così presa ad ascoltare La Contessa, che ubbidii con il desiderio di farlo
senza fiatare. Non ho mai avuto il pensiero di ringraziare educatamente ed andar via, anzi, attendevo di capire con desiderio cosa sarebbe ancora accaduto. La Contessa, mandò a chiamare una delle sue inservienti per preparare il tè, dopo qualche minuto giunse un inserviente che posò sull'elegante tavolo di cristallo tè e biscotti. "Rivestiti e accomodati, facciamo colazione insieme" mi accolse al tavolo sedendosi. Si muoveva con una tale eleganza da lasciarmi desiderare ardentemente di esser come lei.
Continuammo a chiacchierare, di regole e soprattuto del modo in cui avremmo trascorso le giornate insieme.
"Ogni settimana ti presenterai a me ed io deciderò se e come procedere ad ispezionarti, durante il giorno ti allenerai per 2 ore e dovrai fare altrettanto tutti i giorni della settimana, almeno 2 ore al giorno, mi raccomando. Continueremo con lo studio del bon ton, corso di dizione, corso di postura e portamento, imparerai a parlare il francese e l'inglese, a danzare e finanche ad eseguire l'inchino ove necessario". La Contessa era un fiume in piena, continuava a parlare e a parlare ed io ero li ad ascoltarla con grande attenzione.
"Signora, parlo inglese quasi madrelingua e ho studiato danza classica fino a pochi anni fa" le dissi, felice di far notare che le mie conoscenze non erano limitate al solo dottorato di ricerca in matematica e fisica. "Molto bene, mia cara, le tue conoscenze pregresse spero faciliteranno il tuo percorso". "Potrò continuare a nuotare, è lo sport che più amo, potrei impegnarmi di più e aumentare l'allenamento, se necessario" chiesi. "Certo, puoi continuare il nuoto, ma quando verrai qui ti allenerai con il mio personal, per migliorare le tue zone critiche e visto che hai fatto danza classica, potrebbe essere una buona idea riprendere da dove avevi interrotto".
Continuava a ripetere che il mio corpo aveva delle "criticità"... La cosa mi stava facendo sentire a disagio, perché son sempre andata molto fiera della mia linea, ma pensai "mio maritò dovrà sognarmi anche mentre lavora" e accantonai il disagio per reimmergermi nell'entusiasmo.
"Se tornerai la settimana prossima, vorrà dire che hai scelto, in accordo con tuo marito, di intraprendere questo cammino e io sarò fiera di essere la tua guida", concluse. "Potrò farle altre domande?" le chiesi quasi propensa ad esternare con entusiasmo il mio "non vedo l'ora di iniziare". "Certamente, avremo molto tempo per parlare e sarò sempre felice di esserti d'aiuto". "Posso chiederle se ha altre allieve?" dissi, incuriosita, "Certo, mia cara, avrai modo di conoscerne", disse, "molte potresti addirittura già conoscerle" continuò sottacendo che aveva avuto modo di insegnare a ragazze famose nel mondo dello spettacolo (ovviamente dovessi mai avere una conferma, non riporterò mai qui neanche il nome).
Quando rientrai a casa, raccontai a Mauro ogni dettaglio dell'incontro con La Contessa e concordammo che il mio sarebbe stato un impegno molto pressante, ma ero molto entusiasta di affrontare questa nuova sfida anche a costo di dover rinunciare a qualche vizio.
Durante la settimana presi subito alla lettera le nuove regole, iniziando a svegliarmi presto per prepararmi prima di mio marito, ho dato via tutte le scarpe basse o non eleganti, tranne quelle da corsa e messo da parte jeans, magliette, felpe, per essere impeccabile già alle 7 in punto. Ho iniziato dal lunedi ad andare anche in piscina già dalle 7 e uscendo sempre elegante, mai sportiva. Ho chiesto alla scuola di danza di poter riprendere i miei allenamenti e ho tirato fuori le scarpe da punta.
Giovedi sera, però mi son lasciata trasportare. Pur essendo uscita con le mie amiche, alle quali ho parlato della Contessa, e avendo quindi preferito una cena tra amiche al locale notturno, al rientro a casa, non ho resistito alla vista di Mauro appena uscito dalla doccia, avvicinandomi prima a lui e accarezzandolo, per poi inginocchiarmi ai suoi piedi e farlo godere fino a farmi riempir la bocca del suo sapore. Ero riuscita a non masturbarmi tutta la settimana e pur avendo fatto sesso un paio di volte, non ho resistito al desiderio di godere di ogni centimetro di mio marito. Ho pensato molto sotto la doccia a quanto mi è costato mantenere alti gli scudi per cosi pochi giorni e quanto sia stata labile la mia determinazione nel voler perseguire l'obbiettivo concordato con La Contessa e percepii il bisogno di dover espiare le mie colpe. Quella donna mi era entrata in testa, tanto da farmi sentire in colpa per aver fatto un pompino a mio marito a 35 anni, dopo averne fatte in questi anni di cotte e di crude (e non le ho raccontate tutte qui sul blog...).
Uscita dalla doccia, tornai in camera, presi dall'armadio il nerbo di bue e porgendolo a Mauro gli ho detto "Amore, devi punirmi severamente", tirai giù il pantalone del pigiama e mi misi in posizione come mi ha insegnato La Contessa. Mauro prese il nerbo e si mise dietro di me
"E' molto dura anche per me, in questi casi..."
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e mi diede una frustata fortissima sul sedere, molto molto forte, e ancora
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mi diede 3 frustate severissime, punitive, decisamente lontane dalle sessioni di gioco o dalle punizioni subite in questi anni "Va bene così, andiamo a dormire", mi disse. A letto mi accoccolai di fianco a lui, ancora nudo e gli dissi, prendendo il suo pene tra le mani: "Sarò la versione migliore di me stessa, vedrai, ma sarai costretto a punirmi qualche volta, perchè non ti resisto".
Ci addormentammo.
Sabato mattina alle 7 in punto, mi presentai a casa della Contessa. Come la volta precedente, il maggiordomo mi accompagnò in un salottino, poi andò via chiudendo la porta e io restai in attesa della Signora. Ero elegantissima, capelli legati con uno chignon alla francese, tailleur grigio chiaro e camicia bianca
la Signora mi fece spogliare e mettere sugli attenti e mentre mi girava intorno "Sono felice che tu sia tornata qui questa mattina, raccontami come hai trascorso la settimana, hai iniziato a seguire i miei consigli?" mi chiese gentilmente. Raccontai alla signora che avevo iniziato a seguire le sue linee guida dal momento in cui ero rientrata a casa, dettagliando il modo in cui mi ero dedicata ad adeguare il mio stile di vita, poi anticipai la Signora
"Signora, ho praticato sesso orale con mio marito di mia spontanea volontà e come mi ha indicato ho poi chiesto di essere castigata; ho ricevuto 3 frustate sul sedere con il nerbo di bue". "Lo vedo, stavo giusto aspettando che tu mi raccontassi di questi segni evidenti. I tuoi capelli devono essere raccolti meglio, devono essere perfetti, hai scelto di depilare completamente la zona bichini per non incombere in errori, sei stata scaltra. Per il resto sei stata molto brava e attenta. Mettiti in posizione, riceverai una bastonatura per i capelli in disordine e aver ceduto al desiderio del sesso orale", la Signora parla sempre con tono sereno e rassicurante.
"Si Signora" dissi piegandomi in avanti come insegnatomi. Anche questa volta, la Signora non lesinò dal bastonarmi sul sedere con tale forza da farmi urlare e senza permettermi di riuscire a restare in posizione; il dolore ogni volta era così intenso che non riuscivo neanche a piangere provando a trattenere tutto dentro per riprendermi in fretta.
Mi ero appena rimessa in posizione dopo la quarta bastonata quando entrò il maggiordomo per comunicare che era arrivato il personal trainer, "fallo accomodare in palestra, lo raggiungeremo tra qualche minuto" disse la Signora che, nel momento in cui il maggiordomo lasciò la stanza, mi diede un altro colpo così forte che non riuscii proprio a sopportarlo pacatamente, ma nonostante ciò tornai quasi subito in posizione per ricevere il successivo, anche perchè la Signora non mi disse quanti ne avrei dovuti ricevere, così ne giunse ancora un altro e così fino all'ottavo. "Bene, rivestiti così ti farò accompagnare nella tua camera per prepararti per l'allenamento, su vite vite".
Ero ancora sconvolta dalle 8 fortissime bastonate ricevute sul sedere, ma mi ricomposi velocemente e rivestitami seguii un inserviente verso quella che a quanto pare era una camera adibita per ospitarmi.
La Signora mi spiegò che potevo considerarla "camera mia", cosi avrei potuto lasciare li tutto quel di cui potevo aver bisogno. Una camera splendida, antica, ma davvero splendida e molto spaziosa, da grande albergo. Mi diedi una rinfrescata rapidamente, indossati leggings e top andai a fare allenamento.
Dopo 2 intensissime ore di allenamento ero stremata, per non parlare di quanto mi era costato ogni esercizio che mi costringeva a stare con i gluitei a contatto con il pavimento. Ero sudata dalla testa ai piedi, non avevo una sola parte del corpo asciutta.
Fu il maggiordomo a giungere alla fine dell'allenamento per dirmi: "La Signora dice che può recarsi nella sua stanza per rinfrescarsi e riposare un po' prima di pranzo". Ringraziai cortesemente il ragazzo con cui feci allenamento e andai a fare una doccia. Erano le 10.30 del mattino e secondo le indicazioni della Signora, avrei dovuto recarmi a pranzo per le 12 in punto, così in camera feci una lunga doccia e riposai un po' prima di rivestirmi in modo adeguato per il pranzo.
Il pranzo fu molto formale, la Contessa desiderò sottolineare ogni cosa legata al bon ton, affinchè fossi formalmente perfetta. "Le Signore, mangiano sempre rispettando tutte le regole, da ora in poi è così che ti comporterai a tavola, anche dovessi pranzare o cenare da sola" teneva a sottolineare affinchè la mia non fosse una forzatura, ma un'abitudine. Non che io sia solita mangiare in modo sgraziato, ma qualche formalità sicuramente viene trascurata, specialmente pranzando da sola a casa, facendo smart working.
Finito il pranzo La Contessa mi disse "Alle 14 hai lezione, fino ad allora puoi andare in camera a riposare o restare qui a leggere".
Nel raccontare tante cose ho omesso che durante la giornata in casa dalla Signora, mi è permesso rispondere al telefono solo se dovessi ricevere una chiamata importante, ma non mi è permesso distrarmi sui social o cose del genere.
Restai in salotto, con la Signora seduta alla poltrona di fronte a me e ne approfittai per leggere un libro dalla sua fantasmagorica biblioteca. Era da tanto che non mi concedevo del tempo per la lettura. "Hai voglia di leggere per me?" chiese con tono gentile, "certamente" le risposi, per iniziare poi la lettura.
Trascorremmo un'ora insieme, ero serena, rilassata e mi sentivo bene, la Signora restò in silenzio ad ascoltare ed io non avrei smesso, se non mi fossi resa conto che erano quasi le 14.
"Se mi è permesso, andrei qualche minuto in camera prima della lezione", dissi alla Signora congedandomi.
Il pomeriggio feci lezione di portamento e dizione fino alle 18.00 con una pausa per il tè del pomeriggio in compagnia della Signora.
Mi sentivo veramente molto stanca. Avevo avuto una giornata davvero impegnativa, pur avendo godudo ti momenti di pausa. Ringraziai La Contessa che prima di andar via mi disse
"Puoi venire a trovarmi quando vuoi, la tua camera sarà sempre rassettata e in ordine. Lascia pure il necessario per gli allenamenti qui, troverai tutto pulito quando sarai di ritorno".
Quando rientrai a casa mi sentivo stanca, ma soprattutto affamata. Mauro era chiuso nel suo studio, passai a salutarlo e mi misi a cucinare e non vedevo l'ora di cenare con mio marito... e non solo.
Ho parlato molto con le mie amiche di questa mia scelta e tornerò a raccontarlo, sto pubblicando ora questa prima parte, dopo una settimana in cui penso di esser stata davvero impeccabile.
Domani è di nuovo sabato.