Siamo giunti al 2024 e, come da accordi, io e Mauro abbiamo dovuto prendere una decisione sulle sculacciate motivazionali del lunedi mattina. Lui è fermamente convinto che ormai per me le sculacciate siano diventate un gioco e che mi diano piacere, mentre io, non negando completamente la tesi di mio marito, sottolineo che quando le sculacciate me le da per punirmi, per me sono come la prima volta: umilianti e dolorose.
Come sempre ha deciso lui in che modo evolverà la situazione disciplinare ed io ho accondisceso alle sue scelte. Non mi sculaccerà più ogni lunedi, ma quando lo riterrà necessario e non saranno semplici sculacciate motivazionali, ma punizioni vere e proprie con tanto di corner time per riflettere, se lui desidera.
Mi ha detto però che se proprio io dovessi sentire l'esigenza di avere una sculacciata per scopo prettamente motivazionale e assolutamente no per gioco erotico, dovrò presentarmi da lui nuda e col nerbo di bue, avendo preso pienamente coscienza che non sarei andata incontro ad una sculacciata facile da sopportare, quindi fermamente consapevole che quella richiesta sarà esaudita, ma con conseguenze tutt'altro che ludiche.
Il lunedi di Natale non ha voluto sculacciarmi e per quanto abbia provato a convincerlo, ha insistito per non sculacciarmi, perchè eravamo in ferie già da qualche giorno e avremmo
trascorso tutta la settimana ancora in montagna a sciare, quindi non c'era alcun motivo per cui io avrei dovuto essere incentivata. Di fatto aveva ragione, eravamo super rilassati e ci stavamo godendo dei giorni di riposo e relax, ma alla mia ennesima richiesta, mi fece mettere faccia al muro e iniziò a farmi una ramanzina, per poi affrontare il tema delle sculacciate motivazionali fino a giungere alla conclusione descritta più su.
Ieri mattina abbiamo iniziato quindi il primo lunedi dell'anno senza sculacciate, siamo andati a sciare un'ultima volta e poi di sera siam rientrati a casa.
Questa mattina dovevamo tornare a lavoro e come mi era già accaduto, dopo il troppo relax, affrontare il rientro alla quotidianetà mi pesava e ho sentito troppo il bisogno che Mauro mi desse una sveglia per tirami fuori dal torpore.
Era tanta l'ansia di rientrare a lavoro che mi svegliai all'alba e non riuscii a prendere sonno rimuginando. Provai a riaddormentarmi, ma non ne volevo sapere. Andai a fare la doccia che era ancora notte e rimasi un po' sotto al getto di acqua calda pensando alle cose che avevo lasciato in sospeso tanti giorni prima di andare in ferie e più ci pensavo più provavo angoscia.
Uscita dalla doccia mi asciugai i capelli, poi mentre mi lavavo i denti, sentii suonare la sveglia dal telefono di Mauro e poi scelsi d'impulso...
Andai in camera da letto, apri l'armadio, presi il tanto temuto nerbo di bue e porgendolo a Mauro, sveglio da poco intento a leggere dallo smartphone
"Ne ho bisogno, accetto tutte le conseguenze"
lui non disse nulla, si sedette sul letto, mi fece stendere su di lui e iniziò a sculacciarmi con le mani.
Me ne diede per almeno un paio di minuti senza mai fermarsi e seppur senza troppa intensità, dopo 10, 15 colpi, iniziai a dimenarmi un po'. Non li contai tutti, ma 50 me li avrà dati di sicuro.
"Al centro della stanza, piegata in avanti. Conta fino a 10, se lasci le caviglie riparto da zero"
Eseguii
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
quel dolore infernale, quella sferzata micidiale che ho sempre temuto, cadde su di me
appena fini di mettermi in posizione, senza neanche attendere un solo istante.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAI urlai forte, afferrandomi le caviglie con forza.
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
ne giunse un secondo e urlai di nuovo
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAI
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
Mi piegai un po' sulle gambe, ma riuscii a non staccare le mani, urlai ancora forte
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAI
"Andiamo avanti così tutto il giorno?" disse lui sferzando un altro colpo
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
"A quanti siamo?" mi sgridò
AHAIAAAAAAAAAAAAAAA urlai io, che presi coscienza che non avevo contato neanche un colpo
"QUATTROOO" urlai
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
"A QUANTI SIAMO?" disse lui severissimo
"UNOOOOOOOOOOOOOOOOOO" dissi capendo che non avrebbe contato i colpi precedenti
"UNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO" urlai ancora
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
"DUEEEEEEEEEEEEEEEE" iniziai a piangere come una fontana
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
"TREEEEEEEEEEEEEEEE"
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAIIAAAAA" piangevo a dirotto
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
"AAAAAAAAAAAAAAAIAAAAAAAAA, AAAAAAAAAAAAAAAAHIAAAA" urlai lasciando le caviglie e coprendomi il sedere
"Oggi al lavoro resterai in piedi tutto il giorno, cosi avrai modo di meditare"
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
Sferrò il colpo, ma io non avevo ancora contato il precedente, stavo in seria difficoltà a sopportare il dolore
e praticamente dovevo ancora averne ancora altri 10
"UNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO, UNOOOOOOOOOOO SIGNORE, UNOOOOOOOOOOOOOOOOOO"
urlai, urlai tantissimo
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
Riprese senza esitare minimamente, mantenendo il ritmo tra un colpo e l'altro.
"DUEEEEEEEEEEEEEE" singhiozzando
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFIU
"QUATTROOOOOOOOOOOOO" urlai
"Quanti???" mi sgridò
"QUATTROOOOOOOO" dissi di nuovo, sbagliando.
Prese dall'armadio le corde
"stenditi sul letto pancia in giù"
Mi legò le caviglie facendo passare la fune sotto al letto e allo sesso modo le braccia in modo da tenermi bloccata a croce sul letto.
"Vediamo se così riesci a ricevere la punizione"
Io ero in lacrime, completamente in lacrime. Il nerbo non lo riesco a reggere e avevo già preso 10 colpi, decisamente severi e senza neanche aver concluso la punizione.
Bloccatami completamente riprese in mano il nerbo e senza alcuna pausa mi sferrò 10 colpi sul sedere tutti più o meno negli stessi punti, nel giro di pochi secondi, ben meno di 10, forse 5, 6 al massimo, senza attendere che li contassi. Poi mentre io rimasi a piangere tra le coperte, mi slegò rapidamente polsi e caviglie, quindi mi prese per un braccio portandomi in salone
"Resta qui nell'angolo e non ti muovere finchè non vado via"
non emisi un suono.
Prese dallo svuotatasche all'ingresso una moneta e la mise tra me e il muro in modo che io la tenessi con il naso, poi mi mise le braccia sulla testa e ancora
"Falla cadere e riceverai il doppio delle frustate che hai avuto fino ad ora!" severissimo
Io non risposi né feci cenno col capo, perchè troppo concentrata sulla moneta, col sedere completamente in fiamme, tanto lo sentivo pulsare. Mauro fu impassibile. Aveva promesso che una mia richiesta sarebbe stata accolta, ma con severità e fu ineccepibile nel rispettare quanto concordato.
Andò a lavarsi e a vestirsi, io non mi mossi, ma continuai a piangere per un po'. Quando andò via, mi baciò sulla fronte dicendomi
"va a prepararti ora, ci vediamo stasera".
Questa volta non ci fu sesso, non gli feci il pompino come facevo ogni lunedi dopo le sculacciate, calai il capo e mi diressi verso la camera da letto per andare a preparami, quando incontrai Sara che usciva dalla sua stanza
"hai sentito tutto, non è vero?" le dissi guardandola
"era impossibile non sentire" mi rispose lei "ti ha fatto tanto male?"
"si Sara, davvero tanto" risposi ancora con le lacrime agli occhi
"ooooh" sospirò lei osservandomi quando mi girai per andare verso la mia stanza
"non preoccuparti tesoro" le dissi continuando a camminare.
Mi stesi sul letto e mi misi a piangere, come non facevo da quando ero bambina. Di quei pianti a singhiozzi che non si fermano più e che ti svuotano completamente. Dopo un po' Sara entrò in camera e si mise di fianco a me poggiandomi sul sedere due siberine ghiacciate avvolte in un panno.
Mi feci forza e alzandomi in piedi l'accarezzai "Non preoccuparti tesoro, ti sembrerà strano, ma gliel'ho chiesto io. Aiutami a vestirmi che devo correre al lavoro. Non preoccuparti, sto bene".
Lei non disse niente e aiutandomi con i jeans e a mettere gli stivali, senza che mi dovessi sedere,
mi restò vicina fino a quando entrai in auto.
"Queste sono di quelle che non dimentichi per molto tempo" le dissi "ma di quelle che fanno bene".
Starò ben attenta ad espormi con Mauro un'altra volta per motivarmi, questa volta ha segnato il punto. Era stato tanto preciso nello sculacciarmi sempre negli stessi punti che mentre guidavo mi scorse una lacrima più di una volta, e più di una volta pensai che mi erano servite.
Tutto il giorno son rimasta concentrata e ho davvero lavorato in piedi, perchè sedermi era impossibile.
Quando tornai a casa attesi il rientro di Mauro, dovevo dirgli che avevo capito perchè era stato tanto severo. Così quando rientrò, gli sussurrai
"grazie per stamattina"
mi misi in ginocchio avanti a lui e senza neanche fargli togliere la giacca, gli feci il più appassionato e amorevole pompino che una donna può fare al proprio uomo.
Quando finimmo, andai in camera da Sara, alla quale avevo chiesto il piacere di restare in disparte finchè non fossi andata a chiamarla e andammo a cena.
Ora sono nuda, in salotto in ginocchio su una sedia con il notebook sul tavolo a scrivere questo racconto e resterò ancora così per un po', visto che anche il pigiama che strofina sul sedere mi fa male.
Buona notte