Sabato sera pioveva incessantemente e decidemmo di restare a casa.
Mauro se ne stava tranquillo sul divano a leggere, mentre io mi allenai un po' sulla mia bike da spinning per poi fare un po' di yoga. Poi andai a fare una doccia, quindi indossai dei leggings e una felpona comoda quando mi sentii chiamare. Mi recai in salone
"Dimmi amore", gli chiesi sorridendo
"Spogliati!", mi disse con voce seria e ferma.
"Spogliati e vieni sulle mie ginocchia!" ribadì, indicandomi la posizione
Stavo per replicare in cerca di spiegazioni, ma non me ne diede il tempo
"Fallo e non fiatare!!!" imperativo
Feci come mi chiese senza rimuginarci su, mi spogliai completamente e mi misi sulle sue gambe.
Non tardò un secondo! Iniziò subito a sculacciarmi.
Iniziò con colpi fermi, ben assestati su entrambe le natiche. Ad ogni colpo mi faceva sussultare, restai in silenzio ma non potevo non emettere un MMM MMM MMM MMM a labbra serrate ad ogni sculaccione che arrivava.
Non sapevo perchè mi stava sculacciando, ma provavo a resistere il più possibile dal non urlare.
I colpi erano severi e dopo un po' iniziavano a diventare davvero difficili da sopportare. Iniziai a chinare il capo e a continuare ad emettere sussulti a labbra strette afferrando più forte che potevo il divano e un cuscino. Poi smise, mi fece scendere a terra ai suoi piedi e se lo tirò fuori dai pantaloni, eccitatissimo, quindi mi prese la testa e mi portò a se per fargli un pompino.
Non mi feci domande, glielo presi in bocca e iniziai a fare del mio meglio per soddisfarlo fino a quando lo tirò fuori e tenendomi con le mani la bocca mi disse "non ingoiare!" per poi venirmi in bocca.
"Resta dove sei e non muoverti" mi disse rialzandosi e lasciandomi in ginocchio avanti al divano... "E non ingoiare!" ancora, rigido.
Tornò dopo poco con due scatoline di legno in mano, poi mi disse
"sta giù carponi!".
Aprì la prima scatola e prese un collarino di cuoio nero sottile con al centro un anello al quale attaccò un guinzaglio sottile come una cintura (da donna).
Non dissi niente, non opposi resistenza. Avevo il suo seme in bocca e non fiatai. Poi si mise dietro di me e iniziò ad accarezzarmi in mezzo alle gambe... aveva le mani piene di gel lubrificante... mi infilò delicatamente un dito nell'ano. Sussultai un po'. Non pratichiamo sesso anale tanto frequentemente, non è una cosa che a me fa impazzire e lui lo sa bene, ma non opposi resistenza. Continuava a fare su e giù nel mio buchino con un dito per poi inserirne un secondo e continuare. Dopo un po' aprì la seconda scatola da cui tirò fuori un buttplug con tanto di coda tipo scoiattolo. Ero perplessa, ma eccitatissima e non opposi alcuna resistenza.
Iniziò a penetrarmi con il plug di metallo intriso di gel. Provai a rilassare ogni muscolo del mio corpo, ma non fu indolore. Mi girai per guardalo, si alzò in piedi, prese il guinzaglio girandolo sulle mani per tenerlo più corto e iniziò a camminare lentamente. Lo seguii, gattonando, standogli al fianco. Non sapevo cosa avesse in mente, ma non esitai a seguirlo. Era un po' fastidioso il plug inserito dentro e in movimento ancor di più. Arrivati in bagno, legò il guinzaglio al portaasciugamani e senza dire una parola iniziò a spogliarsi. Fece pipì (stranissimo, nonostante tra di noi non ci siano grandi tabù non condividiamo mai la stanza da bagno), quindi fece una lunga, lunghissima doccia. Io ero immobile, a quattro zampe, con le ginocchia che mi facevano male e sempre con il suo seme in bocca insieme ad una quantità di saliva considerevole, perchè non potevo ingoiare. Dopo la doccia, si fece la barba, sempre senza dire una parola e come se io non fossi li.
"Apri la bocca, voglio vedere se hai ingoiato" mi disse mentre iniziò a rivestirsi. Io aprii per mostrargli che stavo facendo del mio meglio.
Poi prese di nuovo il guinzaglio e si diresse in cucina. Iniziò a fare qualcosa, ma io non potevo vedere non potevo neanche alzare bene la testa per evitare di deglutire.
"Ingoia!" mi intimò, poi prese due piatti e posandoli a terra
"Bevi e mangia la tua cena!" mettendosi avanti ai piatti ed osservandomi dall'alto.
Alzai la testa per guardarlo, incrociammo gli sguardi... remissiva bevvi dal primo piatto, poi mi cimentai sul secondo, che era pieno di carote tagliate a cubetti.
Mangiai molto lentamente, con lui sempre a dieci centimetri dai due piatti, in piedi avanti a me.
Finito tornammo verso il divano. Sempre lui di fianco a me ed io a quattro zampe. Fu un grande sollievo arrivare vicino al divano, perchè avevo le ginocchia in fiamme e sul tappeto si stava decisamente meglio, ma non riuscivo più a stare con il plug dentro.
"Ti prego amore, mi fa molto male, potresti togliermi il plug?"
Sedette sul divano, con me carponi. Fu delicato. Mi sfilò lentamente la coda, ma per quanto lui fu attento, fu doloro ugualmente, forse più della penetrazione iniziale. Due lacrme mi solcarono il viso.
Iniziò a massaggiarmi il buchino... sentivo le sue dita sfregarmi fino al perineo e poi fino al mio sesso. Ero eccitatissima e se ne accorse bene. Gli lasciavo fare ogni cosa fremendo, aspettando il suo prossimo passo. Continuò a massaggiarmi e ad accarezzarmi il sedere, poi le mie parti più intime, ogni tanto inseriva un paio di dita, facendomi gemere...
Poi mi fece scendere di nuovo a terra per alzarsi e versarsi un bicchiere di whisky. Si sedette sul divano e inizio a sorseggiarlo, con me ai suoi piedi, con la testa sulle sue gambe...
"Amore devo fare pipi" gli sussurrai.
Si alzò, e preso il guinzaglio, andammo verso il bagno. Giunti li, senza dir nulla, apri le ante della doccia e mi fece segno di entrare.
Non volevo. Non volevo proprio.
"Amore va fuori!" gli dissi alzandomi in piedi. Le ginocchia mi facevano malissimo.
Non si scompose, sempre al guinzaglio si mosse veloce verso la camera da letto, stavolta con me in piedi a seguirlo a passo svelto. Arrivati in camera mi spinse sul letto, faccia in avanti e sfilatosi rapidamente la cintura iniziò a frustarmi sul sedere. Dopo una ventina di colpi severissimi si rivolse a me, di nuovo con il guinzaglio in mano
"Andiamo, senza storie!", facendomi mettere di nuovo carponi.
Non volevo entrare nella doccia, mi imbarazzava troppo
"Non riesco amore" gli susssurrai
"Allora vuol dire che non è urgente!" rispose, prendendo di nuovo il guinzaglio e tirandomi con se verso il divano in soggiorno. Stando nuda, per quanto la casa fosse davvero calda, avvertivo, specialmente carponi sul pavimento freddo, la necessità più impellente di quanto non fosse. A dire il vero mi aspettavo che mi avrebbe sculacciata ancora quando siam tornati dal bagno, ma non fu così. Si sedette di nuovo sul divano e riprese a sorseggiare il whisky con me ai suoi piedi, accarezzarmi i capelli.
Finito il whisky, non resistevo più e chiesi
"Amore non ce la faccio più, posso fare pipi?"
Si alzò di nuovo e di nuovo arrivati in bagno attese che io entrassi nella doccia, carponi.
Entrai nella ampia cabina e alzai lo sguardo per incrociare il suo.
"su, forza!" sussurrò lui
Divaricai le gambe e con non poco sforzo riuscii a liberarmi. Sentivo il calore lungo le mie cosce per poi ritrovarmi con le ginocchia immerse nella mia stessa urina.
Finito, prese il doccino, e mi lavò accuratamente. Con delicatezza e amore. La sensazione imbarazzante che avevo provato fino a poco prima, si trasformò
in un tenero abbraccio.
Mi avvolse in un asciugamano e mi prese in braccio per potarmi in camera da letto.
Mi stese sul letto, sulla schiena e inizò a leccarmela, poi a leccarmi anche dietro e ancora il clitoride... poi mi penetrò e iniziò a scoparmi, intensamente.
"Sei la moglie perfetta!" mi sussurrò
Dopo aver avuto almeno un paio di orgasmi completamente inebriata, scesi per prenderglielo in bocca. Quando venne mi misi faccia a faccia con lui per
mostrargli cosa avevo in bocca e poi guardandolo negli occhi, ingoiai
"Ops! ho ingoiato... Forse merito una punizione! Vado a mettermi in castigo, mentre vai a fare una doccia"
Non ero sazia. Non mi era ancora bastato. Avrei voluto che mi scopasse fisicamene e mentalmente per tutta la notte.
Mi misi di nuovo carponi e andai a mettermi in salotto faccia al muro, ma passando dal divano, presi il plug ed il gel e mi infilai la codina, poi mi misi nell'angolo, con il sedere e la codina ben visibili.
Non mi seguì subito, venne dopo qualche minuto da me e questa volta fui io a non lasciargli dire nulla
"Prenditi il tempo che vuoi, io resto qui anche tutta la notte in attesa della mia punizione!".
Mauro non si lasciò prendere alla sprovvista. Con disinvoltura andò in cucina, prese un piatto, lo riempi d'acqua e me lo porse vicino.
"Non muoverti se non per bere. Io vado a prendere una birra con qualche amico. Sai che ti controllo dalle telecamere!"
"eh mi lasci qui sola in punizione all'angolo??" gli dissi lamentandomi e scodinzolando un po'
"certo! cosi avrai tempo per meditare!" replicò e andò via.
Restai nell'angolo per pochi minuti, fremevo troppo e andai a prendere un paio dei miei giochini... passando avanti allo specchio in camera mi feci anche un paio di selfie con la coda e il sedere ancora un po' arrossato... devo dire che non mi stava niente male. Poi sfilai il plug e iniziai a masturbarmi. Più mi masturbavo e più avevo voglia. Ero carica a mille. Dopo un po' tornai in salone e apparecchiai il tavolino avanti al divano con tutti gli strumenti che trovai spazzola di legno, cucchiai di legno di varie misure, i vari cane di diversi spessori, cintura di cuoio, paddle di cuoio e paddle di legno, battipanni e anche il nervo di bue. Inserii di nuovo la codina e tornai in posizione.
Attesi un bel po' prima che Mauro rientrasse. Almeno un'altra mezz'ora. Eppure mi ero distratta un bel po', se la stava prendendo comoda.
Quando rientrò non attesi un momento e facendo un po' il verso canticchiai guardando il muro, ma a voce abbastanza alta perchè sentisse bene
"Ho fatto un po' la monella! Tu mi hai abbandonata ed io ti ho fatto i dispetti!"
"Lo so bene... sapevi che ti avrei osservata" replicò
"Puniscimi come merito, puoi usarli anche tutti stanotte, altrimenti continuerò a farti i dispetti per tutto il fine settimana" civettai un po' sfacciatamente
"vieni qui, piegati in avanti e afferra le caviglie", mi disse prendendo il guinzaglio e tirandomi a se.
Prese il cane, quello più sottile di tutti, poi mi sfilò il plug delicatamente
"Conta 10 colpi ad alta voce"
FFFFFFFFFFFFFFF
senza batter ciglio fischiò il primo colpo
"uno" dissi con tono pacato
FFFFFFFFFFFFFFF
"due"
FFFFFFFFFFFFFFF
"tre"
e così avanti, fino al decimo colpo.
Non sbagliai mai, non mi piegai sulle gambe e non lasciai mai le caviglie. I colpi furono secchi e pizzicavano tanto, ma sopportabili.
"Credo che una monella dispettosa come te debba ricordare per un po' questa punizione, vieni sul divano e stenditi sulla schiena!" disse lui
"Voglio ricordare per sempre queste punzione, signore", replicai sensualmente
Stesa sul divano mi prese le caviglie e mi portò le gambe in alto, e tenendomele su, prese la spazzola di legno e iniziò a sculacciarmi alternando destra e sinistra, ma senza troppa intensità. I colpi facevano male, ma erano sopportabili anche dopo qualche minuto di sculacciate continue. Si fermò, per poi riprendere e assestarmi 20 colpi per natica belli forti.
Poi iniziò a stuzzicarmi la patatina, per poi riprendere ancora con altri 20 colpi per natica con la spazzola. Iniziavano a fare davvero male e presi questi ultimi colpi muovendomi destra e sinistra nella speranza di sviare un po' l'impatto. Mi fece alzare e mi fece posizionare in piedi alle spalle de divano. Mi fece piegare in avanti con le gambe leggermente divaricate.
"Resta qui e non muoverti!" mi intimò. Mi girai per osservare il mio sedere; era completamente e uniformemente arrossato.
Tornò dopo poco con delle corde con le quali mi legò i polsi, protesi in avanti, per poi farle passare sotto al divano e quindi legarmi le caviglie.
Praticamente mi aveva completamene bloccata.
Preso il cane più spesso, mi diede 5 sferzate sulle coscie, 5 per gamba, a partire dalle ginocchia a salire fino al sedere.
Ad ogni colpo urlai, facevano malissimo. Non potevo muovermi di un centimetro.
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF
Forte, sul sedere. Intenso e dolorossissimo un colpo di cane.
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF
Di nuovo, senza esitare
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF
Ancora... Io restavo immobile, e provavo a non urlare. I colpi con il cane facevano davvero male, ma provavo a resistere a tutti i costi.
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF
Continuava, senza dire una parola. Dopo 15 colpi, iniziai ad urlare.
"Smettila di urlare!"
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF
FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF
I colpi continuavano ad arrivare e io non resistevo più, sentivo il sedere pulsare e ad ogni diventava sempre più insopportabile.
Dopo 30 colpi di cane, prese il paddle di legno. Non lo aveva mai usato. Era spesso e in legno bello solido.
"Riceverai 6 colpi. Contali!"
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAAAAAk
arrivò il primo, forte, pieno, cocente. Un dolore immediato diffuso su tutto il sedere.
Urlai davvero forte.
"AHIAAAAAAAAAAAAAAAAA, UNOOOOOOOOOOOOO"
Dopo qualche secondo di attesa, giunse il secondo
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAAAAAk
Di nuovo, sentii un dolore insopportabile e urlai
"AHIAAAAAAAAAAAAAAAAA, DUEEEEEE"
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAAAAAk
"AHIAAAAAAAAAAAAAAAAA, TREEE, AHIAAA"
Era cosi cocente il dolore che non riuscivo neanche a piangere.
"Quindi volevi fare la monella dispettosa fino a domani? Vero?" mi chiese retoricamente
"Si si e si" replicai ancora in preda al dolore
al chè, prese il mio slip dal divano e me lo infilò in bocca
poi si mise di nuovo in posizione con il paddle e
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAAAAAk
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAAAAAk
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAAAAAk
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAAAAAk
SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSMAAAAAAAAAAAAAAAAAAk
Mi diede 5 colpi in rapida successione, davvero forti. Dolorosissimi.
Urlai con in bocca il mio slip.
Liberandomi dal bavaglio mi chiese
"Ne vuoi altri 5 così?"
Stavolta cedetti
"no amore, no. Farò la brava, te lo giuro." piagnucolai
"basta, fa malissimo" continuai
Mi slegò i polsi, mi girai verso di lui, con le corde ancora alle caviglie e stringendolo gli sussurrai
"puoi mettermi la coda e il guinzaglio quando vuoi"
Poi mi misi in ginocchio, gli slacciai i pantaloni e iniziai a farlo godere.
Dopo qualche minuto mi alzai e gli dissi di nuovo
"Scopami da dietro cosi puoi osservare il mio splendido sedere tutto arrossato"
Mi girai e mi penetrò dietro.
Una serata di sesso e sottomissione indimenticabile.
Ho scritto questo racconto a 10 giorni dall'accaduto. Ho ancora i lividi sulle gambe e i segni del cane sul sedere, che son rimasti gonfi per un po'.
Non è possibile capire quanto io abbia goduto tutta la sera... e non nascondo che pensandoci mi ci son masturbata almeno un paio di volte in settimana.