Riprendo a narrare di racconti passati, superato il primo, vero, lockdown e ritornati un po' alla libertà.
Mauro mi disse una Domenica sera che l'indomani non sarebbe andato a lavoro per svolgere un po' di faccende nella mattinata, andare in banca, portare la moto dal meccanico.
L'azienda per cui lavoro era chiusa per una disinfezione e io la mattina dissi "ah, c'è una bella giornata, vengo anche io con te, usciamo insieme!".
Inutile a dirlo, me la presi comoda e uscimmo tardissimo, tanto che riuscimmo a stento ad andare in banca dove, nonostante la necessaria prenotazione, perdemmo un sacco di tempo.
"Amore, come al solito mi hai fatto far tardi! Mi son preso la mattinata libera appositamente per fare un po' di cose e invece non son riuscito a combinare nulla!"
Gli ho sorriso con malizia dicendogli "eddai amore, volevo uscire un po' con te, stamattina, non prendertela".
"Si, però sapevi che avevo delle cose da fare e non posso prendermi la mattinata tanto facilmente".
Tornammo a casa, pranzammo insieme e poi prima di andare a lavoro mi disse
"E' il caso che tu impari ad essere puntuale! Perdi il senso del tempo quando ti prepari e fai sempre tardi! Stasera quando torno ti dirò come penso di punirti".
"eddai, ma volevo stare con te!" gli risposi lamentandomi un po'.
"Ho capito, ma non è la prima volta che accade ed è forse il momento che tu capisca che non puoi sempre distrarti e prendertela comoda quando ti chiudi in bagno!"
Se ne andò, baciandomi sulla fronte.
La sera mi spiegò in che modo avrebbe voluto procedere per far si che d'ora in avanti avrei avuto più attenzione a non far tardi.
"Tu più o meno rientri a casa sempre per le 18.30, io per i prossimi 10 giorni, resterò in smartworking."
"Si più o meno, amore..." titubavo...
"Entro le 19 di ogni sera, non 1 secondo di più, per i prossimi 10 giorni, andrai a far la doccia e poi verrai vestita di tutto punto, come se dovessimo andare a teatro o a ristorante a bussare alla porta del mio studio, entrerai e ti farai dare 10 sculacciate".
"per 10 giorni??" mi lamentai
"Non solo, per ogni minuto di ritardo prenderai 5 sculacciate in più ed è bene che tu non tarderai oltre i 5 minuti".
"ok, amore", risposi con accondiscendenza.
Non mi andava di ricevere sculacciate tutti i giorni e poi sapevo che avrei dovuto far tutto di fretta, ma acconsentii a fare come mi aveva chiesto.
Il primo giorno, memore di quanto mi aveva detto, mi affrettai a casa, corsi in bagno, feci la doccia in men che non si dica, colpo di asciucapelli, indossai un tubino rosso, décolleté e corsi a bussare alla porta.
Bussai alle 19.01... mi fece stendere sulle sue gambe, mi tirò su il vestitino e mi diede 15 sculacciate, ma senza farmi troppo male, leggere e cadenzate.
Il secondo giorno provai ad esser più veloce, ma arrivai a casa più tardi e quando mi resi conto che erano le 18.58 uscii dal bagno nuda e corsi a bussare alla porta.
"T'avevo detto di venire vestita di tutto punto! Sei comunque in ritardo!"
"amore ho fatto più tardi a lavoro!!!"
"niente scuse, avresti dovuto esser pronta ugualmente! Vieni sulle mie ginocchia"
Mi stesi su di lui, ero già nuda! Mi diede 25 colpi, sempre come il giorno precedente, leggeri, senza intensità, ma con frequenza. Sopportavo la punizione con riluttanza e mi scocciava tanto fare le corse appena rientrata in casa. Anzi, mi irritava più far le corse che le "pacchette" sul sedere che mi impartiva.
Susseguirono i giorni e più o meno riuscii a rispettare le regole e i tempi quasi tutti i giorni, sgarrando sempre di 1 o 2 minuti. Non riuscii mai a prendere solo 10 colpi, ma in fondo sapevo che quei pochi in più sarebbero passati velocemente e ormai era passata quasi una settimana.
Sabato e domenica saltarono (eh già! stavamo già a casa, era troppo facile per me farmi trovare già prontissima!)
Il lunedi rientrai a casa al telefono con una mia amica che non sentivo da tanto tempo entrai in bagno, ma non riuscivo a riagganciare per far la doccia velocemente e vestirmi e il tempo scorreva... Riuscii ad agganciare, ma era troppo tardi ormai. Restai con gli abiti con cui ero andata a lavoro (stavo bene lo stesso, pensai), mi diedi una pettinata e corsi allo studio.
"17 minuti di ritardo!!! Amore, 17 minuti di ritardo e non hai neanche fatto la doccia né ti sei cambiata! Così tu non usciresti neanche per andare a far la spesa in genere!!!", mi sgridò severamente.
"amore, scusami, mi ha chiamato Simona, non riuscivo a riagganciare..." blateravo un po' preoccupata
"Hai preso questa punizione troppo alla leggera ed è evidente che non stai imparando per bene la lezione", continuava a sgridarmi, mentre io tenevo il capo chino.
"ma ora mi dai 95 sculacciate?", gli chiesi sommessamente
"Spogliati e vai a metterti all'angolo" mi disse puntando il dito verso l'angolo alle sue spalle.
"Ti avevo detto che avresti dovuto badare a non superare mai i 5 minuti di ritardo e non solo hai fatto tardi, ma non hai fatto né la doccia, né ti sei cambiata d'abito, né ti sei truccata! Spogliati e vai in punizione! E non muoverti!!!", stavolta era arrabbiato. Voleva tenere il punto. Io sapevo di aver sgarrato, ma non avevo percepito quanto fosse importante per lui questa punizione di questi giorni.
Uscì dalla stanza e tornò dopo qualche minuto.
Svuotò un barattolo di ceci secchi sotto di me nell'angolo e mi disse, sgridandomi
"mettiti in ginocchio per 10 minuti senza fiatare, poi per i 7 minuti di ritardo prenderai 15 cinghiate con la cintura".
"amore no, per favore!" implorai,
"no cosa? Non pensi di meritarle? Va bene allora, rivestiti pure e torna di la", mi disse con fermezza e con disappunto.
Non volevo stare sui ceci e della cinta avevo paura. I sensi di colpa mi attanagliavano e sentire il suo tono di delusione e disapprovazione, mi fece riflettere...
mi inginocchiai piano piano su quei ceci... cercando di trovare una posizione stabile e in preda al dolore sussurrai "niente cintura però, sculacciami con le mani!" dissi con flebile voce ma con fermezza.
"Ok, niente cinta"
Espirai scaricando la tensione.
"Ma ne prenderai 25"
Calai il capo... più di quanto non lo fosse già.
Passarno i 10 minuti, mi fece alzare. Ero dolorante. Le ginocchia erano piene di buchi, sono molto magra e il dolore era insopportabile. Fintanto che trovai una posizione fissa, restando immobile, ma quando mi rialzai era davvero tremendo.
"VIeni subito sulle mie ginocchia" mi intimo'
"Evidentemente le sculacciate dei giorni scorsi"
CIAAAAAAAAAAF
"non hanno sortito alcun effetto"
CIAAAAAAAAAAAF
"Speravo avessi capito che ci tenevo"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"Invece hai pensato stessi scherzando!
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"D'ora in avanti"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"ti avverto"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"ogni minuto di ritardo"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"Le prenderai con la cinghia"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"E non sarò indulgente"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"Come adesso"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
Scoppiai a piangere e iniziai a singhiozzare. Ero talmente mortificata e dolorante che non riuscii a trattenermi
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"Se ti comporti male"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"Sai bene che ti sculaccio"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"Perchè ogni tanto"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"te lo dimentichi?"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"Non lo dimenticooo", urlai singhiozzando, "stavo al telefono" lacrimando e tirando su col naso
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"Niente scuse!!!"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"Se mi avessi preso sul serio"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF
"avresti attaccato già entrando in casa"
CIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAF (fortissimo su entrambe le natiche)
"scuuuuuusa" gli urlai singhiozzando forte
"20"
CIAAAAAAAAAAAAAAAF... e si fermò.
Ora alzati, riprenditi e vai a darti una rinfrescata.
Andiamo a cenare!
Ero arrabbiata. Non pensavo di meritare questo tipo di punizione e stare sui ceci mi ha davvero umiliata.
I giorni restanti non sgarrai più di 1 secondo. Arrivai sempre impeccabile, ma gli tenni il broncio per un po' e gli rivolsi la parola solo con tono sommesso, ma stando sulle mie.
Non ho mai più fatto tardi da quella volta. Siamo andati altre volte a cena, siamo usciti con amici e mai più un minuto di ritardo (almeno, fino ad oggi che sto raccontando).
Feci tesoro di quella volta. Capii che se accettavo di essere sculacciata, dovevo anche prendere sul serio la motivazione, altrimenti non avrebbe avuto senso.
Rimasi turbata per qualche giorno quella volta e ricordo di essere uscita ancora in lacrime dal suo studio, ma dopo qualche tempo capii che accettando di essere punita dovevo riporre piena fiducia in Mauro.
Noi non abbiamo mai concordato una "safe word". So cos'è perché ho letto in giro sui forum. Io ho acconsentito ad essere sculacciata e avere una facile scappatoria non avrebbe senso in una situazione disciplinare. Lui sa quando deve fermarsi e non approfitta mai della fiducia da me ripostagli.
Lo amo e farò sempre di tutto per farlo felice, come lui fa con me.