Questo racconto ha inizio la settimana precedente, con questo.
Giunto di nuovo il sabato, con non poca riluttanza, indossai di nuovo una tuta, legai i capelli e andai verso casa di Luisa. Non potermi rilassare l'intero weekend, dopo una settimana di lavoro, mi pesava molto, ma ancora di più il fatto di dover andare a fare da colf, per di più a quella che un tempo era semplicemente la mia domestica.
Arrivata mi aprì alla porta la figlia più piccola, Diana (che piccola non è, visto che guida la macchina)
"Ciao Rosaria, mamma ci aveva detto che saresti venuta" disse lei accogliendomi
"Ciao Diana, eh si, anche oggi aiuto mamma in casa", le dissi sorridendo
"Luisa non c'è?" chiesi, non vedendola
"Si, si, sta al telefono, vado a chiamarla" mi disse
Cosi restai in attesa sull'uscio. Nel frattempo incontrai il marito che stava per uscire e Sara che mi invitò ad andare con lei in cucina a prendere un caffè. Con Sara, dopo il primo incontro, avevamo fatto amicizia e avevamo anche iniziato a sentirci su whatsapp, ma non eravamo ancora riuscite ad andare a nuotare insieme. La settimana prima le avevo prese di stanta ragione e non era proprio possibile presentarsi in uno spogliatoio di una piscina. Effettivamente una relazione come la mia rende davvero difficile poter riprendere a nuotare con continuità (ecco perchè mi ero data alla corsa da qualche anno).
Sara fu amichevole e cordiale, scambiammo giusto due chiacchiere, prima che arrivasse Luisa che fu abbastanza distaccata e fredda e che, appena arrivata in cucina, mi invitò a seguirla. Salutai Sara e andai.
Il rituale non cambiò, entrata in camera da letto, Luisa chiuse la porta e si sedette immediatamente sul letto
"Forza signorinella, tira giù e vieni sulle mie ginocchia, che c'è tanto da fare oggi!"
Non dissi nulla, mi tirai giù la tuta e gli slip alle caviglie e mi stesi su di lei.
"Rosaria, non sono disposta ad accettare il modo in cui ti sei comportata con me. Ti sei comportata da bambina viziata e maleducata" iniziò a sgidarmi con tono davvero serio ed indispettito, poi iniziò a sculacciarmi a tutta forza alternando destra e sinistra
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"Ti tratto come una figlia"
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"E tu mi ripaghi con certi atteggiamenti"
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Mi sgridava arrabbiata e mi sculacciava senza fermarsi, io gridavo dal dolore e mi dimenavo, ma era troppo più robusta e forte di me e non potevo muovermi. Faceva freddino e i colpi erano insopportabili, non potevo stare ferma e questo la fece arrabbiare
"Oggi sei incorregibile, sta ferma!" mi sgridava mentre ancora tirava giù sculacciate senza sosta
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Ad un tratto si fermò e indispettita mi fece rimettere in piedi e mi trascinò faccia al muro
"Saraaa" chiamò ad alta voce
"Saraaaa" ancora
Bussò alla porta ed entrò la figlia
"Sara, vammi a prendere la spazzola che ho lasciato in bagno" le disse. Io non la vidi, ero faccia al muro, ma era ovvio che la mia punizione non era segreta a nessuno. Tornò dopo pochissimo col la spazzola e Luisa
"Signorinella, vieni qui" indicando le sue gambe
Odio quando una mia punizione deve essere praticamente pubblica, mi sento umiliata nell'animo e mi sale un senso di angoscia tremendo. Anche subire la punizione diventa molto più pesante e doloroso. Mi stesi sulle gambe di Luisa di nuovo senza fiatare.
"Le mie figlie non si sarebbero mai permesse di farmi certi dispetti" riprese a sgridarmi e così anche a sculacciarmi
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Luisa quando sculaccia è un fiume in piena, non si ferma un secondo, il sedere diventa paonazzo nel giro di un secondo e il dolore sale al cervello dal primo colpo e diventa subito insostenibile.
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Continuava a sgridarmi a voce alta e a sculacciarmi. Io urlavo dal dolore e singhiozzavo, ma non voleva fermarsi.
"Va bene, ora rimettiti su la tuta che c'è molto da fare oggi" disse di nuovo facendomi alzare in piedi.
"Va bene Luisa, da dove inizio?" le chisi ancora piangendo e con voce bassa.
Non volevo neanche uscire dalla camera dalla vergogna, ma non avevo altra scelta.
"Inizia con i bagni, poi ritira la lavatrice e stendila al sole, poi ti dirò" mi disse con tono molto severo ed autoritario.
Mi misi al lavoro. In silenzio, testa bassa per evitare di rischiare di incrociare gli sguardi con chiunque.
Mentre stendevo i panni, mi si avvicinò Sara
"Quando mamma ci raccontò che metteva in castigo la ragazza dove andava a lavorare, non volevamo crederci" mi disse quasi bisbigliando
"Ebbene si, è molto severa con me" risposi un po' mangiandomi le parole
"Con noi non vuole sentir ragioni, non ha mai smesso di trattarci da bambine" continuò lei
"L'ho fatta arrabbiare io, ha ragione" risposi un po' ignorando la sua frase e provando a tagliar corto il discorso, continuando a mettere mollette
"Mamma dopo esce, ti aiuto se vuoi cosi finisci prima" mi disse, sempre provando ad attaccar bottone
"No, lascia perdere, ci penso io" risposi sempre provando a terminare il discorso
"ho finito qui, vado a vedere cos'altro c'è da fare" le dissi rientrando dal balcone
Luisa mi fece fare un sacco di lavoro. Battere tutti i tappeti e lavare i tappetini vari dei bagni e tutti a mano. Mi fece smontare tutte le tende, per lavarle. Fu una giornata davvero stancante e intensa. Mi chiese di preparare il pranzo che poi mangiammo insieme solo io lei e Sara. Diana ed il padre non erano ancora rientrati. Mentre rimettevo a posto le stoviglie e il resto, Luisa mi scrisse le cose da fare su un foglietto e andò via. La salutai cordialmente e continuai le faccende di casa.
Sara provò di nuovo a darmi una mano, ma non si rendeva conto che più mi stava vicina e più mi sentivo in imbarazzo. Mi aiutò in casa tutto il pomeriggio provando a chiacchierare un po'. Non capivo se era solo incuriosita o voleva parlarmi di qualcosa in particolare. Quando finii tutto e tornai a casa fui io stessa, sentendomi un po' in colpa, ad avvicinarmi a lei
"Sara sono molto stanca, ho bisogno di tornare a casa e fare una doccia. Usciamo insieme domani mattina facciamo colazione?"
Lei fu molto contenta e annuendo col sorriso lasciò che io entrassi in auto per andar via.
A casa non dissi nulla a Mauro. Non gli dissi neanche che mi aveva sculacciata di nuovo. Mi sentivo giù di morale, stanca e umiliata.
Preparai la cena e mangiammo insieme, poi feci una lunghissima doccia, mi misi praticamente subito in pigiama, ed infine mi andai ad accoccolare addosso a lui sul divano e mi addormentai.
La mattina dopo andai a fare colazione con Sara. Questa volta però vestita come piace a me. Passai a prenderla a casa. Avevo intuito bene anche stavolta, voleva parlare un po' con me in cerca di una persona con cui sfogarsi un po', una persona che potesse capirla. Io non le dissi nulla della relazione con mio marito, le raccontai solo che Luisa con me si comportava da sempre come una mamma, che non ha mai esitato a sgridarmi e che qualche volta mi aveva anche messa in castigo. Le dissi anche che il giorno prima mi sentivo tanto in imbarazzo, per questo mi aveva trovata scontrosa. Lei capii e si scusò di essere stata invadente, poi però si aprì un po' con me e chiacchierammo tutta la mattinata.
"Per lei i castighi sono la cosa più normale che ci sia, non si pone mai il problema se ci sono persone o meno in casa. Pensa che una volta mi ha castigata mentre gli operai stavano tinteggiando il salone, mi prese per le orecchie e mi portò in camera da letto. E non ti parlo di tanto tempo fa, ma a 20 anni"
"Con Diana poi è tremenda, perchè è lei quella che fa più casini. Il mio ragazzo non ci fa neanche più caso quando la trova faccia al muro in salone"
Insomma a quanto pare, pensai, Luisa è proprio una vecchio, vecchissimo stampo.
"Vedi un po' che fortuna ho avuto tra mio marito e lei.." pensavo tra me e me
"Mai sfiorata con un dito dai miei genitori e dai 30 anni in su a prenderle come una adolescente".
Non potevo dirglielo però. E' una cosa troppo riservata e non volevo raccontarle troppi dettagli della mia vita personale e sessuale.
Lei invece sembrava non avesse l'ora di raccontare a qualcuno delle sue disavventure. Posso capirla, del resto io ho aperto il blog e twitter apposta, pur trattandosi però
di situazioni ben differenti.
Era solo il secondo sabato dei disponibili in Aprile...